Raffica di messaggi e botte oltre alla "minaccia" dell'Hiv: donna condannata per stalking
Non sono sempre rose e fiori. Ci sono relazioni che finiscono e finiscono male, lasciando dietro di sé uno strascico di rancore e delusione.
Succede, soprattutto quando la decisione di porre fine alla relazione non è condivisa da entrambi i partner.
In questo caso, però, la rabbia per la fine dell’amore avrebbe travalicato i confini della legittima amarezza, dando vita ad una vera e propria persecuzione nei confronti dell’ex compagno, fatta di centinaia di messaggi - compreso uno in cui l’ex fidanzata sosteneva di avere l’Hiv (falso) - e persino un’aggressione.
Per questo, una donna straniera 50enne, è stata condannata dal giudice Enrico Borrelli a sette mesi di reclusione (pena sospesa) per stalking. Dovrà inoltre pagare le spese di costituzione di parte civile dell’ex compagno, rappresentato dall’avvocato Lorenzo Eccher, al quale ha versato circa 2.000 euro a titolo di risarcimento.
I fatti approdati in Tribunale sono successi a Trento e risalgono ai primi sei mesi del 2018. Al centro della vicenda una coppia come tante, che per tre anni ha vissuto sotto lo stesso tempo. Poi l’uomo ha deciso di porre fine alla relazione. Una scelta che, da subito, avrebbe scatenato la rabbia dell’ex compagna, che ancora nel 2017 ha iniziato a bersagliarlo di messaggi.
All’inizio, forse, la vittima pensava che si trattasse di una reazione a caldo, ma nel corso dei mesi, invece, la situazione è andata peggiorando. Secondo l’accusa la donna ha iniziato a tempestare l’ex compagno di messaggi e mail. Agli atti ci sono 59 messaggi whatsapp, 255 mail inviate attraverso l’iPhone e 470 sms (quasi 800 comunicazioni). Testi nei quali la donna avrebbe alternato richieste di tornare insieme a minacce e insulti. Si va dall’accusa di accompagnarsi a donne di facili costumi alle offese più volgari.
Ma ci sarebbero anche promesse di farsi vendicare dal fratello: «Adesso arriva e vedrai». Ma il testo che forse ha maggiormente destabilizzato l’ex compagno è quello in cui la donna annunciava di essere affetta da una gravissima malattia: «Ho scoperto di avere l’Hiv». Una rivelazione per fortuna non vera, che però fece trascorrere davvero dei momenti terribili all’uomo. A questa tempesta di messaggio l’uomo, dopo avere invitato invano la donna a desistere - «Lasciami stare» - ha deciso di replicare con una denuncia, anche a fronte dell’episodio che ha rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso. Nel giugno del 2018, infatti, nel corso di una discussione a tu per tu, la donna sarebbe passata alla mani, colpendolo mentre stringeva in mano il telefono cellulare. Un’aggressione che aveva costretto l’uomo a ricorrere alle cure del pronto soccorso.
La vicenda, dal piano sentimentale, è quindi passata a quello penale.
La donna ha scelto un processo in rito abbreviato e la procura aveva chiesto la sua condanna, inquadrando però i fatti come molestie e percosse. Il giudice Enrico Borrelli, però, ha ritenuto che sussistesse il reato di stalking e, dunque, che la condotta della donna avesse creato nell’uomo uno stato d’ansia e paura, al punto da compromettere la sua vita.
L’ex compagno si è costituito parte civile con l’avvocato Eccher ed ha chiesto 5000 euro di danni. La donna, come detto, ha finora versato una somma a titolo “simbolico”, pari a 2000 euro. Ma dovrà anche pagare le spese di costituzione di parte civile.