Il coronavirus fa rinviare le nozze con 210 invitati
Tra le vittime ”collaterali” del Coronavirus ci sono anche gli sposi. Le coppie che avevano organizzato per questi giorni una celebrazione con molti invitati, sono costrette a rinviare la festa. È una decisione di fatto obbligata per rispettare l’ordinanza della Provincia che per gli eventi indoor - in questo caso il matrimonio è trattato come una gara sportiva - prevede il parametro dei due metri quadri di spazio per ogni persona presente.
È il caso della giornalista Gianna Zortea e del compagno Martino Turra che sabato 29 febbraio - una data particolare perché è anche il compleanno della sposa - dovevano convolare a nozze. La coppia, residente in Primiero, aveva organizzato una festa con 210 invitati, ma ha dovuto sospendere l’evento per rispettare le ordinanze prese dalla Provincia con le misure di prevenzione del contagio da Coronavirus.
«Siamo dispiaciuti - ci dice Martino Turra, volto noto perché tra l’altro è responsabile della sezione calcio dell’Us Primiero - ma in accordo anche con il ristorante abbiamo dovuto rinviare a data da definire, speriamo comunque a presto, il matrimonio previsto e organizzato per sabato 29. Le nozze sono solo rinviate. Non siamo terrorizzati dal virus. Sia io che Gianna in questi giorni abbiamo lavorato regolarmente. Ma siamo tenuti a rispettare l’ordinanza emessa dalla Provincia che vieta eventi al chiuso che non rispettino il parametro dei due metri quadri a persona. È una misura preventiva a tutela della salute pubblica che ovviamente tutti devono rispettare, compresi gli sposi».
Con 210 invitati il parametro indicato dalla Provincia diventa difficile da rispettare sia in chiesa, sia poi al ristorante. Ma non è solo una questione di metri quadri: «Abbiamo invitati che vengono da Veneto e Lombardia, ma anche dalla Germania. Alcuni di loro avevano già dovuto rinunciare a venire in Primiero. A questo punto ci è sembrato più ragionevole rinviare. Molti invitati in verità già se lo aspettavano». A quando le nozze? «Non abbiamo ancora definito una data - risponde la sposa - le pubblicazioni valgono sei mesi ma noi comunque speriamo di farcela prima. Aspettiamo che sia conclusa questa fase di emergenza e poi stabiliremo una nuova data».