Virus: dalla Provincia un numero a disposizione dei lavoratori Preoccupazioni dei sindacati
Gli effetti del Coronavirus sul mondo del lavoro sono stati al centro stamani di un incontro fra il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, assieme all’assessore allo sviluppo economico, e lavoro Achille Spinelli, alla dirigente generale di Agenzia del Lavoro Laura Pedron, ai dirigenti e ai tecnici provinciali, e i segretari sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Il tavolo ha esaminato i provvedimenti contenuti nel disegno di legge adottato ieri dalla Giunta provinciale, che prevede fra le altre cose il ricorso a specifici strumenti di sostegno dei lavoratori che fossero costretti dalla situazione contingente a sospendere o ridurre la propria attività lavorativa, oltre che delle imprese.
Il disegno di legge, lo ricordiamo, prevede il ricorso agli strumenti attuativi della delega in materia di ammortizzatori sociali e quelli di politica attiva del lavoro previsti del Documento degli interventi di politica del lavoro. La disponibilità sul Fondo di solidarietà territoriale, a favore di tutti i lavoratori, è pari a 14 milioni di euro.
Nel corso dell’incontro sono stati esaminati numerosi aspetti relativi alla gestione del personale, all’eventuale ricorso alla Cassa integrazione o alla cassa in deroga, all’utilizzo del Fondo di solidarietà e così via, sempre con riferimento all’emergenza generata dal Coronavirus.
E’ stato comunicato inoltre che il Servizio lavoro mette a disposizione un numero di telefono - 0461 494001 - a cui il pubblico può rivolgersi per chiedere informazioni relativamente al proprio rapporti di lavoro e alle problematiche che dovessero crearsi a causa dell’epidemia di virus Covid-19.
Intanto c’è malumore tra i sindacati del pubblico impiego. «Siamo subissati da chiamate dei lavoratori che ci chiedono cosa fare, attendono indicazioni sulle modalità da seguire per gestire l’utenza. E constatiamo invece solo risposte inadeguate alla situazione difficile che tutti, responsabilmente stiamo affrontando». Luigi Diaspro segretario generale della Fp del Trentino e Stefano Galvagni che segue il comparto per la categoria comunicano in una nota la loro delusione dopo l’incontro di ieri pomeriggio con il Dipartimento organizzazione e personale della Provincia, il Consorzio dei Comuni e Upipa per le case di riposo mentre stiamo aspettando quello con l’APSS.
«La risposta delle Amministrazioni ad oggi si è limitata solo all’attivazione dello smart working e all’estensione delle giornate per chi è già in telelavoro. Ma anche per lo smart working, non si prendono in considerazione tutte le motivazioni previste dal decreto legge nazionale, di fatto lo si concede solo a chi ha figli a casa dalla scuola dell’obbligo e per ragioni di assistenza. Le risposte fornite fino a questo momento non affrontano i temi della prevenzione e sicurezza sanitaria, oltre alla conciliazione dei tempi per la quale potrebbero essere introdotte misure estensive come il ricorso ai permessi retribuiti per gravi motivi familiari contrattualmente previsti, maggiore flessibilità dell’orario anche al di fuori delle fasce obbligatorie, l’estensione del part time temporaneo, i congedi parentali in deroga, maggiore elasticità nelle fasce orarie per fruire del buono pasto evitando eccessivi affollamenti», scrivono ancora i sindacati».