«Rsa, visite entro giugno» Parolari (Upipa) al lavoro sulle misure per la sicurezza
«La situazione è ancora delicata, tutti sappiamo bene quello che abbiamo vissuto negli ultimi due mesi e quindi è necessaria la massima prudenza: vogliamo consentire le visite nelle Case di riposo ed auspico che entro il mese di giugno riusciremo a definire un protocollo con le regole». Se la “fase 2”, pur con molte difficoltà, è ormai iniziata per tutte le categorie, nelle Case di riposo trentine (e italiane) non ancora. Come dice la direttrice di Upipa Francesca Parolari ci vuole prudenza.
«Perché non possiamo permetterci di sbagliare nulla».
Direttrice, siete al lavoro in questi giorni?
Eccome: abbiamo incontrato l’assessora Segnana e il direttore Ruscitti l’altro ieri e stiamo stabilendo come e quando permettere le forme di contatto di ospiti e famiglie.
L’attesa riapertura, insomma.
No, meglio non parlare di riapertura: le porte aperte e la normalità sono un’altra cosa. Stiamo studiando come far entrare in contatto parenti e anziani. Ci vuole una decisione condivisa tra noi, Provincia e Azienda sanitaria: la nostra richiesta è di regole chiare e stringenti, con il via libera, possibilmente, per tutte le strutture piò o meno in contemporanea.
Auspico che entro il mese di giugno sia tutto definito: ad oggi una data non c’è.
Si è parlato di visite con una separazione fatta con il plexiglass.
Anche. Ci possono essere della sale con questa forma di sicurezza, o un gazebo all’esterno o ancora un terrazzino. Ogni Casa di riposo può trovare formule differenti a seconda degli spazi a disposizione. Ma le linee guida devono riguardare tutto: muovere un ospite all’interno di una struttura richiede procedure particolari e massima attenzione. Spostarsi da un piano all’altro non è immediato. E poi ci vogliono protocolli chiari e prudenti anche per altre situzioni: un contagio, un nuovo arrivo, il rientro da un ricovero all’ospedale.
Le famiglie vi stanno pressando per incontrare i loro cari?
Certo, è normale e legittimo. Anche la Provincia ci ha detto che arrivano molte richieste. Però, e lo dico visto che qualcuno ci ha accusati anche di questo: noi non li teniamo segregati, abbiamo operato e opereremo per il bene e per la tutela della salute di ospiti e personale.
Comprendiamo lo stato d’animo dei parenti, ma quello che abbiamo passato negli ultimi mesi è stato devastante. E non è ancora finito visto che non siamo ancora a zero contagi e zero decessi.
La struttura di Ala, una sorta di quarantena pre-ingresso in Casa di riposo, sta funzionando?
Sì, molto bene: in questi giorni ci sono già stati i primi inserimenti e attualmente abbiamo undici ospiti, ognuno in stanza singola. Abbiamo individuato altre due strutture che avranno il compito “di transito”: una a Dro e una a Strigno, entrambe sono le ex Rsa. Speriamo entrino in funzione a breve, ma necessitano di alcuni lavori. E poi vogliamo trovarne un’altra, magari in zona valle dell’Adige, che possa servire Trento, val di Non e Rotaliana.
E a Volano, nella “Rsa Covid”?
Ci sono trenta ospiti, positivi al Coronavirus, da tutto il Trentino. Il compito di quella casa di riposo, moderna, nuova e tecnologicamente avanzata, è rendere Covid-free le altre strutture, tutelando la salute di tutti.