Materne e nidi, caos ripartenze per molti l'8 giugno è impossibile
L'ordinanza sulla riapertura delle materne e dei nidi, a partire da lunedì prossimo 8 giugno, è stata firmata ieri dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, ma il via all'attività didattica ed educativa è tutt'altro che scontato.
«Non sappiamo quante scuole potranno garantire le regole di distanziamento e di sicurezza previste dal protocollo. Protocollo che al momento (nella serata di ieri, ndr) non è ancora stato licenziato», spiega Marcella Tomasi della Uil.
«Come Cisl - aggiunge Stefania Galli - non condivido il principio di riaprire con questa fretta e con questa ansia le scuole dell'infanzia. Ho lavorato al tavolo tecnico per garantire la sicurezza dei bimbi e del personale, ma senza condividere la fretta imposta». «Ad oggi nessuna informazione è stata data alle famiglie su che tipo di servizio sarà offerto e con quale modalità - sottolinea Cinzia Mazzacca (Cgil) - Non si aprono le scuole per offrire un servizio di baby parking a mamme e papà».
«La decisione di riprendere la scuola dell'infanzia ed i nidi - ha precisato Fugatti ieri - è stata presa per dare una risposta alle necessità dei genitori che hanno difficoltà a gestire la fase lavorativa. Questa possibilità è anche da collegare alle necessità dei bambini a tornare ad una vita normale».
Nell'ordinanza si fa riferimento ai risultati positivi delle misure per il contenimento del coronavirus sul territorio provinciale, ai «bisogni delle famiglie di conciliazione fra esigenze lavorative e familiari», all'«importanza di riprendere i percorsi educativi e relazionali interrotti a causa dell'epidemia». Viene indicato che a decorrere dall'8 giugno ed entro dieci giorni è ammessa la ripresa dei servizi socio-educativi pubblici e privati per la prima infanzia e delle scuole dell'infanzia, provinciali, equiparate e paritarie.
Tuttavia la ripartenza non sarà per tutti ed i genitori dovranno pazientare ancora per qualche giorno per sapere se le materne ed i nidi di riferimento riapriranno (con attività garantita fino al 31 luglio) e con quali servizi. Si discute di numeri, di metri quadri e di personale. Se non si trovano spazi adeguati potrebbe saltare il riposino pomeridiano e, addirittura, il pasto. «Non è una questione di sicurezza delle cucine, ma del luogo in cui i bimbi consumeranno il pranzo - spiega Marcella Tomasi - L'aula dovrà infatti essere sanificata e arieggiata prima e dopo il pasto. C'è da capire dove andranno i bimbi nel frattempo. Saranno da gestire anche gli spazi esterni, in comune con altre sezioni: i bimbi di gruppi diversi avranno orari differenti e tra una sezione e l'altra anche i giochi esterni dovranno essere sanificati». Alcune strutture potrebbero dunque prevedere la sospensione della mensa.
Per garantire la sicurezza verranno seguite, come si legge nel protocollo, le "Linee di indirizzo per la tutela della salute" che saranno adottate successivamente al confronto con le parti sociali con deliberazione della Giunta. Tali linee al momento non ci sono. Sono state indicate ma non ancora messe nero su bianco. Ieri si è tenuto il tavolo tecnico: il confronto sul protocollo da applicare alle attività 3-6 anni si è concluso nel tardo pomeriggio con la disamina del testo che dovrà essere poi approvato dal tavolo della sicurezza. Solo verso l'ora di cena si è passati alle linee guida 0-3 (con norme simili). «Finché non sarà licenziato il protocollo le scuole non potranno organizzarsi» evidenziano i sindacati, che hanno chiesto una proroga di 24 ore.
Un nodo ancora insoluto riguarda la diminuzione del numero di bambini da gestire durante le attività: da 6 a 10 bambini per insegnante secondo la Provincia (i cosiddetti gruppi-sezione), mentre per i sindacati dovranno servire almeno due insegnanti ogni 10 bambini. Dubbi anche sulla gestione del personale.
Una importante novità riguarda l'orario: il servizio offerto sarà per sette ore al giorno, probabilmente come in origine con orario 8.30-15.30 lasciando alle singole scuole la possibilità di gestire le fasce di ingresso e di uscita per evitare assembramenti. È possibile che ai genitori venga dato un orario preciso per la consegna dei bimbi, che avverrà in sicurezza secondo un "patto di condivisione" che mamme e papà avranno preliminarmente approvato.
E che significherà - a seconda delle possibilità delle scuole - uno spazio-filtro all'ingresso in cui il bimbo può cambiarsi le scarpe e igienizzare le mani e l'accoglienza da parte di personale protetto da mascherina chirurgica.
Ai genitori non rimane che attendere la comunicazione della scuola sulla possibile riapertura e sui piani di sicurezza applicati. A fronte di troppe complicazioni, in molti potrebbero cercare soluzioni alternative.