Negli asili dal 3 settembre ed a scuola da 14: ecco il piano per l'anno scolastico in Trentino
Il più vicini possibile alla normalità, ma con una serie di accorgimenti in nome della sicurezza sanitaria. La Didattica a distanza verrà messa nel cassetto - ma purtroppo pronta a essere riutilizzata se la situazione epidemiologica lo dovesse richiedere - e tutti gli 85 mila studenti (dall’infanzia il 3 settembre fino a elementari, medie e superiori il 14 settembre) saranno regolarmente in classe. Con lo stesso “tempo scuola”, nel senso che anticipi e posticipi per le materne, ma anche i pomeridiani per i più grandi, saranno garantiti, ma con attenzione alle regole.
Le mascherine resteranno, ma non nelle aule, mentre le indicazioni sono quelle di fine febbraio e inizio marzo, prima del lockdown: igienizzare spesso le mani, arieggiare le stanze, non presentarsi con sintomi anche lievi. E in tal senso tornerà “in pista” la Protezione civile, che distribuirà i gel e le mascherine negli istituti, oltre a svolgere un ruolo di primo piano anche al momento dell’ingresso a scuola: il progetto è ancora in divenire, ma c’è l’ipotesi di chiedere l’aiuto degli alpini per la gestione del “traffico” mattutino di studenti in alcune zone nevralgiche della città, come le fermate degli autobus in piazza Venezia e piazza Fiera, senza dimenticare la stazione e alcuni piazzali d’ingresso agli istituti. Una regola nuova e imprescindibile riguarda i “gruppi classe”, che devono restare stabili. Una norma che non piace a nessuno, ma necessaria per limitare la diffusione del virus in caso di contagi, e che di fatto cancella tante attività efficaci da un punto di vista didattico ma anche divertenti da un punto di vista sociale. Per fare un esempio pratico, il torneo di calcetto tra le classi non si farà. Qualche aspetto positivo legato ai mesi di emergenza c’è stato e verrà mantenuto: ad esempio le udienze in videochiamata, con mamme e papà che potranno parlare con gli insegnanti senza doversi assentare dal lavoro o spostarsi con l’auto.
Tre i nodi preoccupanti, che dovranno essere sciolti dai singoli dirigenti scolastici: le mense, i trasporti e le attività facoltative.
Ma ecco, schematicamente, le principali novità discusse ieri in una serie di riunioni svolte dal Direttore del dipartimento Istruzione Roberto Ceccato e dalla Sovrintendente Viviana Sbardella sia con i dirigenti scolastici sia con i sindacati, con anche la presenza del dottor Antonio Ferro. Fermo restando che tutto dipenderà dal virus: il bollettino con i contagi resterà come una scure a decidere se, come e quanto si resterà in classe. Più o meno nella normalità.
Scuole dell’infanzia.
L’idea è che il 3 settembre si riprenderà (quasi) normalmente. I metri quadri per ogni bambino torneranno a essere 2,4 rispetto ai 4 utilizzati per il rientro sperimentale da metà giugno al 31 luglio. Il numero massimo di bambini passerà da 26 a 23, ma molto dipenderà dall’ampiezza delle singole aule. Anticipi e posticipi saranno garantiti e le maestre potranno indossare, al posto delle mascherine chirurgiche, le visiere (più comode ma soprattutto permettono di vedere la bocca).
I sindacati.
«Ci sono buone notizie e siamo stati rassicurati sull’idea di una certa flessibilità e interpretabilità delle regole», spiega Stefania Galli della Cisl. «E poi si andranno a “recuperare” gli insegnanti “perdenti posto”: 22 per le provinciali e 45 per le equiparate, un’altra bella cosa. Bisognerà comunque correre perché i tempi stringono: sarà necessario riorganizzare le sezioni per non dividere i gruppi e anche su mense e trasporti attendiamo indicazioni più chiare». «Ci hanno fornito un quadro sanitario - aggiunge Marcella Tomasi della Uil - ed è buono: si tornerà in una situazione di quasi normalità ma ora sarà una corsa contro il tempo. Ci vorrà un forte patto con i genitori e l’Azienda sanitaria sta organizzando una rete con i pediatri». Ennio Montefusco di Satos: «Sul personale andranno rifatti i conteggi, adattandoli ai diversi conteggi: dovranno essere assunte alcune persone in più». «Ci vorranno prudenza e attenzione, i rapporti con le altre classi andranno contenuti e alcune regole rispettate, ma per settembre si rientrerà nella quasi normalità», conclude Bianca Francesconi della Cgil.
Il responsabile dei dirigenti scolastici.
«Gli incontri sono stati interessanti - spiega Paolo Pendenza - e a breve tutto sarà ufficializzato in delibera. I 45 milioni di impegno economico sono stati confermati e anche le nostre richieste di assunzioni sia di docenti sia di personale Ata. I dirigenti dovranno sciogliere alcuni nodi anche se alcune criticità restano. Ma il quadro si sta chiarendo e si va verso la normalità».
Il comunicato stampa - Ieri la Giunta riunita in seduta straordinaria ha approvato il Piano operativo per la riapertura delle scuole, dalla primaria a quella secondaria di secondo grado, completando quindi il quadro presentato agli organi di informazione venerdì scorso.
Dopo le linee generali di indirizzo già adottate, si è passati dunque, anche alla luce dei protocolli sanitari, a definire più nel dettaglio che tipo di organizzazione verrà adottata. I cardini saranno: scuola in presenza e conferma del tempo scuola ordinario, crescita delle classi (+ 10% circa, pari a 260-70 in più rispetto a quelle attuali), riduzione del numero medio degli alunni /studenti per classe e conseguente assunzione di nuove risorse professionali, stimate in circa 500 unità.
Per quanto riguarda la fascia 0-6 l’Azienda sanitaria ha definito alcune importanti indicazioni per la riapertura a settembre di questi servizi, con particolare riferimento ai rapporti educatore/ insegnante e bambini, che possono ritornare a quelli in vigore prima dell’inizio della pandemia. Sulla base di tali indicazioni per la scuola dell’infanzia la Giunta provinciale ha comunque stabilito una riduzione dei parametri attuali di bambini per sezioni, portandoli da 25 a 22 per sezione.
Come detto dall’assessore provinciale all’istruzione all’assemblea del Consiglio delle autonomie locali, tenutasi ieri pomeriggio nella sala della Cooperazione di via Segantini, era fondamentale per la Provincia garantire una scuola uguale a quella che il Trentino aveva avuto fino a febbraio, una scuola cioè caratterizzata da un servizio educativo e formativo di qualità erogato in condizioni di sicurezza, nonostante il Covid-19.
Al tempo stesso la Provincia conferma il suo impegno sulla scuola in presenza e sul tempo scuola, senza andare quindi ad occupare, ove non già previsto, il sabato.
In totale la Provincia investe in questa sfida 45 milioni di euro di cui 33 solo sul personale docente e 5 sul personale ausiliario e tecnico. Si sta ora definendo la questione contrattuale con i sindacati per affrontare al meglio il nuovo anno scolastico.
L’appello della Giunta agli insegnanti è a cogliere quella che è anche un’opportunità per concentrare il proprio impegno soprattutto per le attività a diretto contatto con gli studenti. Previsto anche un investimento importante sui Bes, con 4 milioni aggiuntivi, e il sostegno a iniziative individualizzate, nella consapevolezza delle difficoltà che le famiglie di ragazzi con bisogni educativi speciali hanno dovuto affrontare durante il lockdown.
Una forte attenzione viene riservata nel Piano alle misure di sicurezza, dall’aerazione, all’igienizzazione, anche prevedendo l’adozione di dispositivi particolari nelle classi, ad esempio per misurare l’anidride carbonica e stabilire quando è ora di cambiare l’aria. Per il servizio mensa, i trasporti e altri servizi analoghi, potranno essere adottate misure ad hoc a seconda delle situazioni, fra cui eventualmente anche il pranzo in aula, sempre al fine di evitare affollamenti e garantire il rispetto delle misure di sicurezza fissate nelle ordinanze.
Ed ancora: il Ministero ha avviato qualche giorno fa una verifica straordinaria sui banchi, per evidenziare i fabbisogni legati alle nuove esigenze di distanziamento nelle aule; i costi relativi non saranno a carico della Provincia o degli enti locali ma del Ministero. Gel e altri strumenti per la sanificazione/ pulizia saranno invece distribuiti dalla Protezione civile.
Sono stati infine immaginati scenari diversi relativi alle possibili evoluzioni della pandemia a partire dalla fine dell’estate. Naturalmente a seconda della situazione che si presenterà (dalla più favorevole alla più grave) verranno adottate le misure più appropriate.
Si inizia il 14 settembre, tranne che per le scuole dell’infanzia, che riapriranno il 3 settembre.