Il comitato del Parco dello Stelvio «Orsi e lupi da trattare come i cervi Si pensi a prelievi programmati»
Le parole sono misurate ma il messaggio da far arrivare a Roma è chiaro: su orsi, lupi e pure cinghiali è il caso di cambiare strategia.
Riunito nella sede di Cogolo di Pejo, il comitato di indirizzo e coordinamento del Parco nazionale dello Stelvio, la cui presidenza di turno spetta attualmente alla Regione Lombardia, ha affrontato la questione dei grandi carnivori. Sono arrivate critiche al progetto di ripopolamento (Life Ursus in primis).
E mentre una fetta della stampa nazionale, dopo la cattura di M49, dipinge un Trentino poco green, incapace di far convivere uomini e animali sulle nostre montagne e nei nostri boschi, dal Parco il vicepresidente della Provincia Mario Tonina (e con lui Angelo Dalpez in rappresentanza dei Comuni trentini) dice che è ora di «prendere in mano il problema e risolverlo».
«Il vicepresidente del Trentino - si legge in una nota ufficiale - ha sottolineato la problematicità della convivenza fra uomo e grandi carnivori sul territorio provinciale, a cui bisogna rispondere con soluzioni rapide ed efficaci».
Dalpez, che da giornalista conosce i meccanismi dell'informazione locale e non, rincara la dose: «L'argomento non era all'ordine del giorno ma era inevitabile affrontarlo in un periodo come questo. Chi ha promosso il progetto Life Ursus in Trentino probabilmente non pensava che la situazione sarebbe andata fuori controllo e che nel giro di poco ci saremmo trovati con un centinaio di orsi. Poi c'è tutta la questione dei lupi che interessa soprattutto la Lessinia. Sono daccordo con il presidente Tonina: si deve prendere in mano la questione e risolverla una volta per tutte».
Ma cosa significa «una volta per tutte»? Trasferire orsi e lupi altrove? «Si può pensare di portarli in altre Regioni ma queste, molto gentilmente e anche poco gentilmente, ci dicono che non se ne parla proprio». E allora parliamo di abbattimento? Dalpez non usa i verbi «abbattere» e «uccidere» ma la sosstanza non cambia. Dice: «Si può pensare a "prelievi programmati", così come si è sempre fatto per i cervi». Ed è ancora Dalpez a confermare che il generale Isidoro Furlan , rappresentante del Ministero dell'Ambiente all'interno del Parco è in linea con il Trentino: «Anche lui, all'inizio, era entusiasta del progetto di reintroduzione nelle nostre foreste dei grandi carnivori, ma ora dice che si deve fare un ripensamento». Nel comunicato si legge solo che Furlan ha «relazionato rispetto alla situazione dei grandi carnivori, orso e lupo. Trentino e Alto Adige hanno sottolineato entrambi come il futuro del progetto Life Ursus e di altre analoghe iniziative passi obbligatoriamente attraverso una attenta gestione delle problematiche che si generano sui territori. Le preoccupazioni riguardano in particolare gli allevatori, che vedono le loro attività costantemente minacciate dai predatori».
Dalpez spiega che i trentini «hanno chiesto al generale Furlan, che ha contatti diretti col ministro Sergio Costa, di farsi portatore delle esigenzie di chi gestisce i territori montanI». «Del resto - conclude - lo stesso Furlan ha parlato della difficile convivenza tra uomini e animali».
Il comunicato riassume così: «Furlan si è impegnato a raccogliere le sollecitazioni provenienti dai territori che insistono sul Parco dello Stelvio (ma anche quelle delle regioni limitrofe, come il Veneto) e di trasmetterle al Ministero. Un'opera di sensibilizzazione, è stato il giudizio unanime, deve essere fatta anche a Roma, al fine di uscire da una rappresentazione stereotipata della montagna e dei suoi delicati equilibri e di mettere a punto soluzioni adeguate all'urgenza dei problemi che coinvolgono orsi, lupi e anche cinghiali».