Sistema sanitario trentino Allarme dei sindacati sulla riorganizzazione
«La curva epidemica è in aumento e ancora non si conoscono pienamente le decisioni per l'organizzazione ospedaliera sul territorio», dicono Giuseppe Pallanch, segretario Cisl Fp, e Silvano Parzian, del settore sanità per il sindacato di via Degasperi, che aggiungono: «È grave che le parti sociali, lavoratrici e lavoratori, non vengano ancora coinvolti nelle scelte, nonostante l'esperienza maturata nella prima fase dell'emergenza Covid-19. Lascia perplessi che si ritorni a agire così d'urgenza: i contagi sono in aumento da settimane e si sarebbe potuti procedere in modo più organico e anticipando i tempi».
L'Azienda provinciale per i servizi sanitari, in accordo con la Provincia, ha disposto la rimodulazione dei servizi per fronteggiare la seconda ondata dell'epidemia coronavirus.
Le direttive sono quelle di sospendere le attività di degenza ordinaria a cardiologia di Rovereto per dirottare il personale infermieristico a Medicina, quindi il mantenimento di tutte le altre funzioni della Cardiologia in stretta collaborazione con quella di Trento.
Un altro provvedimento è quello di sospendere le accettazioni da parte di Geriatria di Rovereto con la progressiva dimissione dei pazienti dimissibili e il trasferimento dei pazienti non dimissibili alla lungodegenza a Medicina di Arco e Tione per accoglimento pazienti Covid.
Il Pronto soccorso di Rovereto invia i pazienti internistici (da ricoverare) a Medicina di Arco e Tione e alla Casa di cura Eremo di Arco; mentre Trento procede su Medicina di Cles, Borgo e Cavalese in caso di carenza di posti letto nel capoluogo.
A Pneumologia di Trento ci si deve preparare per accogliere i pazienti Covid in stretta integrazione con la sezione di Malattie infettive di Trento. E ancora integrazione delle equipe infermieristiche di Medicina a Rovereto e di Pneumologia a Trento; accoglimento dei pazienti covid-free in ventilazione assistita alla Pneumologia di Trento da parte di Arco e trasferimento di pazienti covid-free dalla Rianimazione di Rovereto alla quella di Trento per curare fino a un massimo di 5 persone alla terapia intensiva di Rovereto.
C'è poi la verifica della trasferibilità di attività chirurgica/ortopedica programmata agli ospedali di valle da parte delle Direzioni mediche e Chirurgia Generale e Ortopedia.
«Il rischio - concludono Pallanch e Parzian - è quello di vedere percorsi promiscui all'interno dei pronti soccorsi tra pazienti Covid, non Covid e sospetti Covid e la possibilità di veicolare ancora di più il contagio. Dopo 6 mesi siamo ancora qui a riportare le nostre perplessità sulle modalità di azione e le tempistiche di attuazione di protocolli, decreti e Dpcm, pur avendo già approvato a giugno una delibera per riorganizzazione degli ospedali, la sensazione è che ci si sia fermati a febbraio e purtroppo siamo preoccupati della capacità di pianificazione e gestione di questa fase dell'emergenza».
Il 27 ottobre ci sarà un ulteriore incontro in Azienda per chiarire questa questione e per discutere del premio Covid seconda fase.