Covid, "anomalia trentina" sempre nel mirino: da Bassi e Battiston analisi delle cifre, "l'RT sembra completamente sballato"
Con 15 decessi ieri e altri 8 oggi, il Trentino continua un trend preoccupante, anche perché non calano mai in maniera decisa i numeri dei ricoverati e delle terapie intensive.
Sempre attentissimo a dati, grafici, percentuali e numeri è l’ex rettore dell’Università di Trento Davide Bassi. “Aggiornamento sull’anomalia trentina” è il titolo del suo ultimo post sul proprio blog, seguitissimo a livello locale e nazionale. Come sempre a parlare per lui sono i numeri. «In attesa che l’Istituto Superiore di Sanità riveda (spero profondamente) i suoi famosi 21 indicatori, continuiamo con il solito tran-tran, con dati sui contagi largamente incompleti. Attualmente non sappiamo neppure quante siano le persone attualmente positive che risiedono in Trentino».
Bassi si riferisce al fatto che la Provincia continua a non conteggiare, e quindi a non comunicare a Roma, i positivi ai test rapidi. A lunedì gli attualmente positivi in Trentino risultavano ufficialmente 2.065, ma il numero non è verosimile «considerato che sono circa mille quelli che risiedono nel solo Comune di Trento, che conta circa il 22% degli abitanti del Trentino».
Bassi analizza i numeri: «Alla luce dell’andamento del vero numero dei contagi possiamo dedurre che l’ultimo valore dell’indice di trasmissione del contagio che l’Iss ha calcolato per il Trentino 0.7, sembra essere completamente sballato. Tra l’altro la curva dei contagi sintomatici che è stata usata per il calcolo dell’indice mostra la presenza di un doppio picco che è un chiaro artefatto».
Il professore chiude, dopo aver analizzato una serie di altri dati, con un’amara riflessione: «Fino ad oggi invece di affrontare la pandemia con i provvedimenti che sarebbero stati necessari, in Trentino si è preferito ricorrere ad interpretazioni fantasiose delle norme per schivare i vincoli dei 21 parametri ministeriali. Non credo che chi ha deciso di seguire questa strada abbia fatto un buon lavoro per il Trentino. Gli effetti della pandemia li scontiamo comunque e la politica dello struzzo non serve proprio a nessuno. Chi subirà i danni maggiori di queste scelte sono proprio le categorie economiche più esposte ai rischi della pandemia (pensiamo al settore turistico, ad esempio) che non possono sperare di riprendere le loro attività “come se niente fosse” finché non saremo riusciti a svuotare i reparti Covid degli ospedali».
Negli ultimi giorni è stato superato a livello nazionale il valore di 1 per l'indice Rt di contagiosità del virus responsabile della pandemia di Covid-19. E'la stima che emerge dai calcoli del fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, basati sui dati della Protezione Civile ed ottenendo risultati simili a quelli utilizzati da Istituto Superiore di Sanità e Fondazione 'Bruno Kessler'."Più che il valore assoluto, è interessante la tendenza nel tempo dell'indice Rt e questa - ha detto Battiston all'ANSA - indica che, rispetto a Natale l'Rt è salito di un decimo di punto, passando da 0,89 a 1,01".
L'aumento dell'indice Rt avvenuto da Natale a oggi "corrisponde agli effetti di quanto è avvenuto nella settimana precedente", ha osservato Battiston riferendosi alle aperture e allo shopping natalizio. "Oggi, invece, cominciamo a vedere i primi effetti del lockdown. Non sono effetti drastici, ma di contenimento, e se le restrizioni proseguiranno ancora per una settimana, l'effetto sarà più visibile".
Per Battiston è quindi "la conferma che l'andamento dell'indice Rt in Italia è legato all'andamento delle misure contenitive", più ancora che ad altri fattori come l'influenza stagionale o la circolazione delle varianti del virus. Secondo l'esperto, in vista dell'assegnazione delle zone "è importante spostare verso il basso i limiti in Rt che definiscono le varie zone (attualmente sopra 1.5 per la zona rossa, sopra 1.25 per la zona arancione e sotto 1.25 per zona gialla), adottando valori che più bassi, come annunciato in queste ore dal ministero della Sanità. Quando Rt è superiore a 1 la situazione inizia ad essere preoccupante ed occorre intervenire con misure restrittive".
Guardando ai mesi passati è infatti evidente che i provvedimenti adottati in ottobre hanno determinato una discesa di Rt in tutta Italia, indicando in modo chiaro l'efficacia delle misure, le zone rosse in particolare. L'uscita dalla zona rossa dopo la prima settimana di dicembre ha fatto ripartire la crescita di Rt in tutte le regioni.