Monitoraggio covid: i dati confermano l'arancione per il Trentino. Si perfeziona il nuovo dpcm, ancora tensioni sulle chiusure
Con un indice Rt che scende in 7 giorni da 1,17 a 1,07, il Trentino oggi sarà confermato in zona arancione, secondo i dati dell'ultimo monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, che nel pomeriggio saranno illustrati in conferenza stampa.
L'incidenza settimanale dei contagi ogni 100mila abitanti aumenta e Trento è al secondo posto in Italia, con 309,12 (la soglia di attenzione è 250).
Bolzano è prima, presentando cioè la situazione peggiore: 539,01 casi per 100.000 abitanti.
Come noto, preoccupa fra gli altri, il superamento della soglia critica (30%) di occupazione nelle terapie intensive sia a Trento (39%) sia a Bolzano (35).
Stabile l'indice di trasmissibilità dei contagi: la media nazionale resta a 0,99 (con forbice da 0,93 a 1,03), mentre una settimana fa si dava quasi per scontato un superamento del limite di 1 (ma ben dieci regioni si collocano oltre la soglia).
Questi gli indici Rt: Bolzano, 0.92; Trento, 1.07; Abruzzo, 1.13; Basilicata, 1.51; Calabria, 1.01; Campania, 1.04; Emilia Romagna, 1.1; Friuli Venezia Giulia, 0.83; Lazio, 0.94; Liguria, 0.94; Lombardia, 0.82; Marche, 0.98; Molise, 1.11; Piemonte, 1.02; Puglia, 0.95; Sardegna, 0.68; Sicilia, 0.71; Toscana, 1.19; Umbria, 1.07; Valle D'Aosta, 0.94; Veneto, 0.97.
In base a questi dati, alla settimana 15-21 febbraio, quattro regioni rischiano di passare in fascia arancione e una o due in zona rossa.
In giornata l'ufficialità con le ordinanze del ministro della salute, con la novità che fa slittare al lunedì gli eventuali cambi di fascia (mentre finora erano fissati per la domenica).
Risultano a rischio delle restrizioni maggiori Abruzzo e Umbria, con il primo che aveva un Rt nel limite inferiore di 1.11 e un rischio moderato ma con un'alta possibilità di progressione all'alto e la seconda con un Rt nel limite inferiore a 1.12 e un rischio alto.
Sono invece Basilicata, Lombardia, Marche e Piemonte che rischiano di entrare in zona arancione.
In bilico tra il giallo e l'arancione ci sono invece Friuli Venezia Giulia, Lazio e Puglia.
Intanto, mentre Roma conferma il sistema a fasce colorate anche per il prossimo mese, è la Pasqua con misure restrittive anti-covid il primo, vero terreno di scontro per la maggioranza che sostiene il governo Draghi, con Nicola Zingaretti contro Matteo Salvini, mentre zone rosse si profilano da sabato nelle province di Pistoia e Siena e arancione scuro in quella di Bologna.
E anche a Brescia la situazione dei contagi resta critica: gli ospedali sono vicini al collasso e stanno mandando alcuni pazienti in altre strutture della regione, come a Bergamo e a Cremona.
È rossa anche Cecina, nel Livornese, lo sono da alcuni giorni quattro Comuni nel Lazio, cioè Colleferro, Carpineto Romano in provincia di Roma, Torrice (Frosinone), Roccagorga (Latina).
In Basilicata sono in aumento i casi e l'Rt, la Regione rischia di finire arancione. In Sardegna è zona rossa a San Teodoro. In Molise si registra un balzo di positivi: c'è stato un sopralluogo di militari per allestire terapie intensive di emergenza.
In Piemonte l'Rt è sopra 1, la Regione va verso l'arancione e l'inasprimento delle misure. A Pescara, dilaga la variante inglese. è record di contagi.
Si conferma per la quarta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Aumenta il numero di Regioni o Province autonome classificate a rischio alto (da una a cinque: Abruzzo, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria) mentre diminuisce il numero di quelle classificate a rischio moderato o basso.
Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Basilicata) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25 - rileva sempre la bozza del monitoraggio -, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, cinque hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno.
L'età mediana dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.
Si osserva una chiara accelerazione nell'aumento dell'incidenza a livello nazionale rispetto alla settimana precedente (145,16 per 100.000 abitanti (15/02/2021-21/02/2021) contro 135,46 per 100.000 abitanti (08/02/2021-14/02/2021).
L'incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti.
In alcune regioni il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all'incidenza "impongono comunque misure restrittive". Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%). Aumentano i ricoveri in terapia da 2.074 (16/02/2021) a 2.146 (23/02/2021), stabile l'area medica.
"Alla luce dell'aumentata circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità e del chiaro trend in aumento dell'incidenza su tutto il territorio italiano, sono necessarie ulteriori urgenti misure di mitigazione sul territorio nazionale e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione per evitare un rapido sovraccarico dei servizi sanitari", sottolinea l'Iss nel monitoraggio ribadendo la necessità di innalzare le misure di mitigazione per raggiungere una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità.
"È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine", conclude l'Iss.
Intanto il governo sta mettendo a punto il nuovo dpcm, in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, che già oggi o domani sarà tramsesso alel autonomie locali per una valutazione.
Da varie Regioni è arrivato l'invito al governo a considerare i rischi di contagio connessi con l'attività scolastica, ma al momento Roma non intende pèrocedere con giri di vite sulle lezioni in presenza nella misura prevista dalle norme attuali.
A proposito di aperture, oggi il Cts si pronuncerà sul protocollo proposto dal ministro Dario Franceschini, che chiede di riaprire cinema, musei e teatri dal 27 marzo: gli esperti ribadiranno che dipenderà dall'andamento della curva dei contagi.
Reduci dal ridimensionamento della Corte costituzionale, secondo cui spetta allo Stato, non alle Regioni, determinare le misure di contrasto della pandemia, i governatori con Stefano Bonaccini vedono "prime risposte positive" del governo. Ma ora "occorre una decisa accelerazione sul piano vaccini, una revisione dei criteri per l'assegnazione delle fasce e una valutazione preventiva sull'impatto delle varianti", aggiunge.