Stop alla didattica a distanza, in 400 alle Albere per chiedere il ritorno in classe per tutti gli studenti trentini
«Non siamo contro la didattica a distanza. Ciò che non vogliamo è che rimanga come modello di istruzione» spiega l'organizzatrice Laura Tondini
FOTO Folla alle Albere
VIDEO La richiesta: "Subito in classe"
TRENTO. Oltre 400 persone alle Albere per dire basta alla Dad e per chiedere che riaprano anche le superiori. E’ iniziata alle 15 la manifestazione organizzata da “Scuola in presenza per la provincia di Trento”.
«Non siamo contro la didattica a distanza: per due settimane, al massimo tre, va bene. Siamo d’accordo ad utilizzare questo strumento per un’emergenza, ma a tempo determinato. Ciò che non vogliamo è che rimanga come modello di istruzione». Laura Tondini è la fondatrice del gruppo Facebook “Scuola in presenza per la provincia autonoma di Trento”.
«Pensavo ad un’adesione di una settantina di persone al massimo, invece in pochi giorni è stato superato il tetto delle seimila iscrizioni al gruppo» evidenzia. È determinata nel portare avanti la battaglia a favore degli studenti.
Nel videomessaggio postato su Facebook poco prima dell’intervento ufficiale del presidente Fugatti di ieri, invita i genitori a non stare zitti, ad andare fino in fondo, ad arrabbiarsi, a protestare «pacifici, ma inca..ati». «La scuola non mi serve perché non so cosa fare con il mio lavoro, ma è necessaria per mio figlio sennò resta ignorante, e un popolo di ignoranti è facile da governale» è il messaggio “arrabbiato” veicolato attraverso la webcam. Non basta l’apertura per tre giorni di materne ed elementari? «Riconosciamo a Fugatti il merito, ma chiediamo di osare di più, anche in funzione delle dichiarazioni di Draghi di tenere aperte le scuole fino alla prima media anche in zona rossa - spiega - Tuttavia non dobbiamo aspettare dopo Pasqua, è meglio muoversi subito".
Nel videomessaggio ho chiesto ai genitori di arrabbiarsi sul serio, di non accontentarsi, di prendere posizione adesso per poter fare poi la differenza. Non ci basta l’apertura di materne ed elementari, chiediamo che possano tornare in classe tutti gli studenti di ogni ordine e grado. Non vogliamo abbandonare gli adolescenti: alla manifestazione di Rovereto ci siamo scusati con loro e con questo abbiamo preso pubblicamente l’impegno di andare avanti per riaprire anche medie e superiori». Laura Tondini, mamma di due ragazzine, azzarda un paragone: «Chiudere la scuola è come chiudere un supermercato. Per noi del Comitato la scuola è un servizio essenziale dal punto di vista della crescita fisica e psichica di bambini e ragazzi. I supermercati sono sempre stati aperti con la gente che indossa le mascherine e rispetta le distanze. Anche le scuole seguono i protocolli e quindi devono rimanere aperte»