Covid / I vaccini

Cambiano i tempi fra prima e seconda dose di vaccino. Il dottor Ferro spiega perché

La decisione, presa a livello nazionale, si conforma al modello inglese

IL VIDEO/1 Ferro: ecco come si è arrivati a quella decisione
IL VIDEO/2 Fugatti spiega il cambio del piano vaccinale

di Matteo Lunelli

Cambiano i tempi fra prima e seconda dose di vaccino. Il dottor Ferro spiega perché

Con la decisa svolta impressa a livello nazionale al piano vaccinale, anche in trentino sono stati allungati i tempi fra prima e seconda dose. Una decisione che ha lasciato un po’ confusi i cittadini, preoccupati dalla novità. Antonio Ferro, dirigente del dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria, spiega perché si è arrivati a questa scelta, che considera vincente

Seconde dosi dei vaccini posticipate. Per quanto riguarda Pfizer e Moderna, a partire da domani, mercoledì 14 aprile, la seconda dose non verrà più somministrata 21 giorni dopo la prima, ma 42. Una novità che, ovviamente, rappresenta un problema dal punto di vista logistico e organizzativo: migliaia e migliaia di persone che avevano la seconda dose prenotata si vedranno arrivare sul telefono un SMS con la data dell'appuntamento posticipata di altri 21 giorni.

La decisione è arrivata dopo aver visto (e interpretato) la circolare del Ministero con le considerazioni di Aifa. Nel testo si legge che «in merito alla possibilità di estendere l'intervallo temporale tra la prima e la seconda somministrazione dei vaccini a mRNA, Aifa ribadisce che l'intervallo ottimale tra le dosi è, rispettivamente, di 21 giorni per il vaccino Pfizer e di 28 giorni per Moderna. Qualora tuttavia si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, la Commissione precisa che non è possibile superare in ogni caso l'intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini».

 

Insomma, l'ottimale sarebbe restare nelle 3 o 4 settimane, ma se fosse necessario ritardare sarebbe importante non andare oltre i 42 giorni, ovvero 6 settimane. Viste le dosi non ancora così abbondanti, la decisione è stata quella di attendere. Quale sia la posizione del Trentino lo si evinceva già ieri mattina dal comunicato della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), presieduta dal dottor Antonio Ferro, che è anche a capo del Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria e direttore sanitario. «La seconda dose - si leggeva e poi è quello che è stato comunicato dalla Provincia - dev'essere immediatamente posticipata a 42 giorni, come indicato dalla recentissima nota dell'Aifa. Ciò ci consente di coprire migliaia di anziani con 20 giorni di anticipo con riduzione dei ricoveri e della mortalità». In questa fase del piano vaccinale, insomma, meglio avere 100 persone protette subito con almeno una dose che 50 con due dosi. Come in Inghilterra.Il nodo familiari conviventi.

Rispetto alle indicazioni di Figliuolo il Trentino va fortissimo con gli over 80, è in piena corsa con la fascia 75-79 ed è partito con fragili e disabili. Su un punto, però, l'Azienda sanitaria è ancora ferma ai blocchi di partenza: la vaccinazione a familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari di alcune categorie a rischio. In particolare, stando alle tabelle nazionali, le persone che vivono con chi ha malattie autoimmuni, con i pazienti oncologici, con chi ha fatto o è in attesa di trapianto e con chi ha gravi forme di disabilità. Nonostante le richieste delle associazioni che seguono questi pazienti, l'Azienda sanitaria non si è ancora mossa.

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