La Provincia annuncia 500 milioni di aiuti, ma il testo della «manovra» è una scatola vuota
Le denuncia di Olivi (PD): «Proclami in comunicati stampa, ma poi il disegno di legge presentato contiene previsioni per soli 9,4 milioni, la realtà è questa»
LA MANOVRA Altri 500 milioni: 280 li mette il governo
TRENTO. Una scatola vuota. È questo - per ora - il "manovrone", come l'ha chiamato l'assessore alle attività economiche Achille Spinelli, approvato venerdì scorso dalla giunta provinciale per sostenere l'economia trentina colpita dalle conseguenze della pandemia.
Gli annunciati aiuti a imprese, lavoratori e famiglie per 500 milioni di euro, infatti, la giunta Fugatti non li ha potuti neppure mettere sulla carta, non avendo al momento la disponibilità di stanziare queste risorse. Ma per stringere i tempi sull'iter canonico di approvazione dei sussidi e accelerare la loro erogazione - se possibile entro giugno - a coloro che non ce la fanno ad andare avanti e magari protestano sotto l'ufficio del presidente della Provincia, la giunta venerdì scorso ha approvato, in fretta e furia, un disegno di legge di variazione di bilancio con le "Prime misure 2021 connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19" che autorizza nuove spese per soli 9 milioni 400 mila euro.
«Nel testo del disegno di legge non c'è nulla dei grandi proclami - sbotta il consigliere provinciale del Pd ed ex vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi, - è un involucro vuoto con coperture finanziarie irrisorie di 9,4 milioni. È stato approvato così per poter mettere il disegno di legge nel calendario del consiglio provinciale già per maggio. Non è dunque la "vera" manovra - prosegue Olivi - che arriverà solo con emendamenti successivi. Ma pur capendo l'esigenza di fare in fretta, qui c'è un problema di trasparenza e anche di riconoscimento del ruolo del consiglio provinciale e delle commissioni che vengono chiamati a discutere di una manovra che non c'è».
«È da due anni e mezzo - insiste il consigliere del Pd - che chiediamo di poterci confrontare sui progetti di utilizzo dei 250 milioni di avanzo di amministrazione, se è vero che sono 250 milioni, e se comprensibilmente si vogliono concentrare tutti nella manovra economica e sociale. Vorremmo che ci fosse un confronto importante, non è pensabile che si possa decidere in due-tre settimane come impiegare queste risorse, vorremmo misurarci su dove vanno a finire i soldi».
Olivi ricorda di aver depositato un disegno di legge che propone una serie di interventi che potrebbero integrarsi con quelli previsti dalla giunta. Tant'è, ieri pomeriggio, durante la riunione dei capigruppo per decidere l'ordine del giorno delle sedute di maggio del Consiglio, la capogruppo del Pd, Sara Ferrari, d'intesa con Olivi, ha chiesto e ottenuto che il presidente Fugatti presenti gli emendamenti con la "vera" manovra in commissione, così che se ne possa discutere, e non direttamente in Consiglio provinciale.
Il governatore Maurizio Fugatti riconosce che con l'approvazione di questo disegno di legge per ora quasi vuoto è stata fatta una forzatura tecnica: «È un percorso straordinario in un momento straordinario. In questo modo guadagniamo almeno due mesi per poter dare gli aiuti alle categorie economiche che aspettano».
La giunta si trova davanti infatti due problemi per poter utilizzare tutte le risorse che ha promesso per questa manovra (220 milioni propri di avanzi di amministrazione più gli attesi 280 milioni dallo Stato). Per poter spendere 220 milioni dell'avanzo di amministrazione, infatti, si deve prima approvare il Rendiconto di bilancio, cosa che la giunta farà venerdì con una settimana di anticipo rispetto ai termini di legge.
Ma non basta. La norma prevede che il Rendiconto venga parificato dalla Corte dei Conti - a giugno - e solo dopo si possono impegnare e spendere i soldi dell'avanzo. Per questo in un anno "normale" gli assestamenti di bilancio si fanno a luglio. Ma questo, come è stato il 2020, è ancora un anno eccezionale e dunque quei soldi serve spenderli prima. L'anno scorso, infatti, il governo Conte approvò una norma che consentiva a Regioni e Province autonome di spendere gli avanzi prima della parifica del Rendiconto da parte della Corte dei Conti. Per quest'anno la norma non c'è. Ancora.
Ci si aspetta che venga approvata - visto che è stato presentato un emendamento ad hoc - con il decreto legge Sostegni del governo Draghi che dovrebbe essere licenziato dal Parlamento intorno al 20 maggio. La giunta Fugatti conta sul fatto che il consiglio provinciale riesca ad approvare la sua manovra da 500 milioni entro metà maggio, quindi prima della norma nazionale che consentirà di usare i soldi. Ma la Provincia si dice certa che il via libera atteso ci sarà e dunque nel momento in cui si troverà a spendere questi milioni del "manovrone" in aiuti a imprese e lavoratori sarà pienamente legittimata a farlo. O almeno spera.