Questa ragazza del Liceo Prati è la più brava d'Italia in italiano
Lucia Micheletti, 15 anni, è la giovanissima campionessa nazionale delle "Olimpiadi", e dice: "Non pensavo di arrivare così lontano"
TRENTO. Timida, quasi incredula, ma incredibilmente intelligente. Si chiama Lucia Micheletti la giovanissima campionessa nazionale delle olimpiadi di italiano, le cui finali si sono svolte lo scorso 11 maggio. La ragazza di 15 anni, che si appresta a finire la 5B al Liceo Classico "Giovanni Prati" di Trento (si trova dunque in seconda), è la prima studentessa trentina a conquistare il gradino più alto del podio in questa particolare competizione. Nessuno mai, prima di lei, era riuscito nell'impresa.
Dalle fasi per così dire "locali", ovvero un testa a testa con i propri compagni di scuola, Lucia ha sbaragliato la concorrenza accedendo alle fasi regionali. Lì, confrontandosi con altri aspiranti campioni all'interno della propria categoria Junior (le competizioni riguardavano biennio e triennio), Lucia ha ottenuto il pass per la straordinaria fase finale.
Un evento che si sarebbe dovuto svolgere a Roma ma che, a causa della pandemia, si è tenuto nel Liceo nel quale sta attualmente studiando.
Tuttavia, quando ieri è uscita con leggero anticipo dall'aula per raccontarci la sua avventura, l'emozione del momento l'ha fatta da padrone.
Un sorriso felice, un tono di voce basso ma allegro, mentre i suoi compagni di classe si sono lasciati andare a qualche risata di amicizia e soddisfazione per la propria compagna. «La prima prova si è svolta in febbraio e devo dire che è stata tutto sommato semplice - spiega Lucia, una volta rotti gli indugi. - La nostra insegnante di italiano, Donatella Cutrono, ha raccolto le adesioni e noi ci siamo iscritti in otto. Inizialmente si è trattato di uno "smistamento" del nostro istituto, con domande a crocette su verbi ausiliari, aggettivi e definizioni di parole di uso non comune. In tutto, eravamo una trentina in questa prima fase».
Da quel momento, Lucia ha inanellato un successo dopo l'altro, primeggiando in tutti i vari step della competizione.
«Devo ammettere che, quando sono passata alla fase regionale, ero molto sorpresa - prosegue. - Come le altre, anche questa si è tenuta nel nostro Liceo, ed eravamo tre concorrenti del biennio ed altri tre per il triennio. Alla fine, prima dell'ultima fase, siamo state selezionate io ed un'altra ragazza del Liceo scientifico "Leonardo Da Vinci", che ha gareggiato appunto per il triennio».
Arriva finalmente il momento della finale nazionale contro altri quaranta studenti e Lucia crede di non essere andata bene. La prova consisteva nella scrittura di testi complessi, tema sul quale «sapevo di non essere molto forte», spiega. Eppure, qualche giorno dopo, eccola lì: campionessa italiana. «Ho partecipato perché volevo mettermi in gioco, non credevo di arrivare così lontano - conclude Lucia. - Ovviamente materie come italiano o storia mi piacciono molto, ma non ho ancora idea di cosa vorrò fare dopo la scuola.
È troppo presto, per ora sono felice di quanto successo, così come i miei genitori che sono ovviamente rimasti molto contenti. La pandemia? Chiaramente dispiace non aver potuto sostenere le prove come da programma, ad esempio con la finale a Roma. Ma è stato meglio così, piuttosto che non fare nulla». E se le emozioni di Lucia sono state molte, con altrettanta gioia ed orgoglio la dirigente del Liceo, Paola Baratter, ha commentato questo incredibile risultato.
«Lucia è stata la prima trentina a centrare questo traguardo, siamo orgogliosi di lei - ha concluso. - Credo però che, facendo un ragionamento più ampio, quanto successo testimoni la grande voglia dei giovani di mettersi in gioco e come siano in grado di appassionarsi a materie diverse. Grazie al professor Marcello Bonazza ci siamo misurati con le olimpiadi di italiano, e nonostante la pandemia abbiamo tenuto in piedi tanti altri progetti, dando la possibilità a tutti di prendervi parte».