Personale interinale in Apss, Cisl all’attacco: “Vanno stabilizzati, pronti anche ad azioni legali”
In Trentino sono interessati solo nell’Azienda sanitaria 131 dipendenti interinali tra infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici, personale amministrativo, ausiliario, portieri, magazzinieri e cuochi: persone che hanno lavorato durante l'emergenza Covid-19. Pallanch: “Ora quale futuro? Non vorremmo che fossero liquidati con una pacca sulle spalle”
TRENTO. "Siamo pronti a tutte le azioni, compreso quelle legali, partendo dalla mobilitazione dei lavoratori ". Lo affermano Giuseppe Pallanch, segretario della Cisl Fp, Silvano Parzian, Alfio Traverso, Sandro Pilotti che seguono il comparto.
"È tempo di trovare – spiegano – una soluzione per il personale interinale impegnato tra le fila dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Non sono eroi di serie B ma hanno garantito professionalità e abnegazione di servizio. In Trentino sono interessati solo nella Apss 131 dipendenti interinali tra infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici, personale amministrativo, ausiliario, portieri, magazzinieri e cuochi: persone che hanno lavorato durante l'emergenza Covid-19. Ora quale futuro? Non vorremmo che fossero liquidati con una pacca sulle spalle”.
"Come abbiamo ripetuto in tutte le sedi - continua la Cisl - queste persone sono state in prima linea per garantire il funzionamento del servizio sanitario e, nonostante i rapporti di lavoro temporanei, hanno sempre dato piena disponibilità, con grande senso di responsabilità e spirito di sacrificio". Il sindacato di via Degasperi chiede alla Provincia di organizzare un tavolo per approfondire la situazione e programmare le stabilizzazioni. "Dopo tanti anni di impegno - dicono Pallanch, Traverso, Pilotti e Parzian - rischiano il posto di lavoro per le esternalizzazioni e il ricorso ad altre forme sostitutive del tutto improprie.
La proposta
Un altro nodo è il Bando per i lavoratori del Progettone che potrebbero essere utilizzati in sanità. “Ci preme sottolineare ai vertici aziendali – spiega la Cisl – che questo personale è di supporto alle attività aziendale e non sostituiscono le scoperture delle dotazioni organiche. Ovviamente siamo contenti che ci possano essere possibilità per questa categoria di lavoratori svantaggiati, ma non si possono svalutare entrambe le competenze. Non si possono mescolare questi lavoratori e contrapporli: non si possono mettere ultimi contro penultimi. Allo stesso lavoro deve corrispondere la stessa retribuzione. Noi non ci stiamo a smantellare e precarizzare la sanità pubblica e far venire meno lo spirito che si è sempre contraddistinto il Trentino. È necessario stanziare risorse adeguate per stabilizzare precariato assumendoli stabilmente per coprire i fabbisogni i numerosi posti lasciati liberi a causa dei pensionamenti numerosissimi in questi anni”.
“Serve una soluzione rapida ed efficace. Siamo in attesa del tavolo per portare il nostro contributo per riconoscere la professionalità dei precari. In assenza di risposte siamo pronti alle tutte le azioni di lotta " concludono Pallanch, Traverso, Parzian e Pilotti.