Il "braccio di ferro" sulla movida: oggi e domani tornano le chiusure nella zona di via Santa Maria Maddalena
Il sindaco rinnova i provvedimenti che "blindano" alcuni vicoli e vietano il consumo e la detenzione per strada di bevande e alimenti. Da un lato i giovani in cerca di serate di svago che contestano i divieti, dall'altro i residenti esasperati che chiedono più controlli
LA PROTESTA "Sindaco, ci togli le panchine, noi ci sediamo lo stesso"
IL VIDEO Ieri sera una bolgia in centro
IL VIDEO Movida, l'intervista a Ianeselli
I PRECEDENTI Un'altra notte di movida
TRENTO. La questione "movida" serale in centro storico continua ad animare il confronto in città. Da un lato chi vorrebbe divertirsi in strada, dall'altro i residenti che da anni protestano per i diffusi comportamenti sopra le righe. In mezzo il Comune che cerca di "mediare" con provvedimenti ad hoc e sorveglianza.
Provvedimenti che, però, sono contestati da una parte dei giovani: “Ianeselli, tu ci togli le panchine. Noi ci sediamo lo stesso”, recitava uno degli striscioni apparsi mercoledì sera nella zona di via Santa Maria Maddalena e firmato dal collettivo studentesco "5 marzo - UniTN"..
E ieri, dopo un'altra serata "movimentata", in centro storico a Trento, il sindaco Franco Ianeselli ha firmato il rinnovo dell'ordinanza che chiuderà anche per oggi e domani, dalle 18 alle 5, vicolo San Pietro e vicolo San Marco, per limitare i disagi causati dalla "movida".
Saranno consentiti l'accesso e il deflusso relativi alle abitazioni private e quello agli esercizi commerciali aperti all'interno delle vie in questione.
Sempre tra le 18 e le 5 del giorno successivo, oggi e domani, nelle vie Santa Maria Maddalena, Vicolo Santa Maria Maddalena, via Dietro Le Mura B, via Ferruccio, via Marchetti, Vicolo San Marco, Vicolo San Pietro, torna il divieto di consumo di bevande e alimenti, nonché la detenzione degli stessi anche in contenitori chiusi ad esclusione del consumo effettuato - in base alle disposizioni vigenti - negli spazi dei pubblici esercizi autorizzati. Le sanzioni previste vanno da 400 a 1.000 euro.