Il caso / La dottoressa sparita

La mamma della ginecologa scomparsa: “Sul lavoro per lei un inferno”. L’opposizione: vogliamo la verità

Coppola (Verdi) e Degasperi (Onda Civica): “Grave quanto emerso a Chi l’ha visto. La giunta Fugatti dica quello che sta succedendo nel reparto di ginecologia del Santa Chiara”

LA FAMIGLIA "Cercate ancora Sara"
I FATTI Sparita in Val di Non
RICERCHE L'appello di parenti e amici

TRENTO. Esplode il caso di Sara Pedri, la ginecologa 31enne di Forlì scomparsa nel nulla il 4 marzo. Dopo le parole forti della famiglia della dottoressa a Chi l’ha visto – “sul lavoro per lei era un inferno” ha dichiarato mamma Mirella - ora si muove la politica.

Per Filippo Degasperi, Chi l’ha visto “squarcia un muro di omertà”. Per il consigliere di Onda Civica "da più di due anni la situazione dell'U.O. di ginecologia è nota agli addetti ai lavori e a chi dovrebbe governare la Sanità trentina. L'interrogazione che denunciava la fuga dei professionisti e chiedeva spiegazioni sulle condizioni del reparto è datata 22 gennaio 2019: eccola qui. 

E' chiaro che la responsabilità va oggi condivisa tra quel Centrosinistra che ha permesso il radicamento di comportamenti come quelli segnalati dall'interrogazione e il Centrodestra dell'assessore Segnana che in oltre due anni non ha trovato il tempo di occuparsene. Purtroppo, dopo Report (che ha raccontato ai trentini come stavano le cosi circa la "gestione" Covid) è di nuovo una trasmissione nazionale a squarciare il muro di omertà e coperture che da sempre avvolge la Sanità trentina".

Dure le parole di Lucia Coppola: "Sono passati più di 3 mesi dal 4 marzo, giorno in cui una ginecologa 31enne forlivese, fresca di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia – scrive in un’interrogazione la consigliera provinciale dei verdi – ha smesso di dare notizie di sé. Dopo uno stop delle ricerche il 14 aprile scorso, sono state riattivate in questi giorni nella zona del torrente Noce e del lago di Santa Giustina, dove è stata trovata l’auto della ragazza. La vicenda è finita in prima pagina su molte testate giornalistiche locali, nazionali e anche sulla Tv di Stato”.

E prosegue: “La dottoressa, dopo aver vinto un concorso per l’Ospedale di Cles, ha preso in realtà servizio al Santa Chiara di Trento. Solo più tardi pare sia stata trasferita di nuovo a lavorare a Cles fino al 3 marzo quando ha inviato una lettera di recesso dal lavoro. Il giorno dopo è scomparsa. La famiglia ipotizza gravi problemi sul lavoro: Sara sarebbe stata offesa verbalmente, le hanno dato dell'incapace. Sarebbe stata svilita e umiliata, lasciata per turni interi a non fare nulla. Parrebbe che negli ultimi anni parecchi ginecologi abbiano lasciato il reparto di ginecologia di Trento”.

Lucia Coppola vuole da Fugatti se, considerate le dichiarazioni dei familiari sullo stato di forte stress lavorativo della dottoressa, causato da un ipotizzato mobbing, e allusioni rilasciate in forma anonima da lavoratori del reparto che acclarerebbero tale situazione, siano state avviate delle indagini interne per verificare le condizioni lavorative all’interno del reparto di ginecologia di Trento .Se corrisponde al vero che negli anni altri ginecologi hanno lasciato il reparto di ginecologia presso l’ospedale Santa Chiara di Trento e precisamente quanti negli ultimi 5 anni. Se corrisponde al vero che sono stati avviati dei contenziosi a carico del dirigente del reparto di ginecologia”.

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