Ecco come saranno videosorvegliati tutti gli accessi stradali al Trentino
Un milione e 600 mila euro per l'installazione di un sofisticato sistema di telecamere connesso in tempo reale con le forze del'ordine, il data center in questura. Lavori in corso a cura di Trentino Digitale
TRENTO. Un grande fratello elettronico per prevenire la criminalità e consentire la rapida identificazione di veicoli su tutte le strade di ingresso nel Trentino: a chiedere aggiornamenti sulla creazione della nuova rete creata dalla Provincia ci ha pensato nei giorni scorsi il consigliere Devid Moranduzzo, con una interrogazione in consiglio provinciale a cui è seguita risposta scritta. Moranduzzo ha ricordato la stipula di un protocollo di intesa con il Consorzio dei Comuni nel 2016 e l'importanza della raccolta di statistiche sulla microcriminalità.
«È in fase di realizzazione un complesso sistema di controllo integrato del territorio - premette la risposta della Giunta - ciascun varco sarà dotato di un sistema di videosorveglianza per la lettura delle targhe.
L'attività è in corso di effettuazione da parte di Trentino Digitale, con un costo complessivo di 1.612.970 euro (Iva compresa) e i Comuni interessati dal progetto sono 38.
Prima di avviare i lavori è stata fatta un'attività di monitoraggio dei sistemi di videosorveglianza già presenti. In alcuni casi si integreranno reti già installate dei Comuni mentre sono in via di realizzazione gli adeguamenti al fine di renderle idonee per la trasmissione centralizzata».
La nuova rete comunicherà infatti in tempo reale con le forze dell'ordine (centrali operative della polizia di stato e dei carabinieri, ma potranno essere coinvolti anche i corpi di polizia locale).
Il data center è stato posizionato in Questura a Trento.
Il tutto, grazie a un accordo siglato con il Commissariato del Governo.
«Il sistema integrato di controllo del territorio ha richiesto l'implementazione di una piattaforma software molto sofisticata, che consentirà, con procedure intelligenti e in tempo reale, la consultazione dei dati di interesse investigativo, ad esempio di percorsi e tempi di viaggio di specifici veicoli o per monitorare parti del territorio.
L'attività è stata curata dalla Fondazione Bruno Kessler per un costo di 128.000 euro» specifica la nota della Giunta provinciale. Resta però il nodo della privacy che tiene per ora il sistema non pienamente operativo.
«Sotto il profilo giuridico sono due gli aspetti - ammette la Provincia - il trattamento dei dati in merito alla privacy e la sottoscrizione di un nuovo protocollo d'intesa che consenta di disciplinare la gestione dei dati. Per l'aspetto di trattamento, il riferimento è il decreto legislativo 51/2018 in attuazione della direttiva (UE) 2016/680.
Dopo aver escluso la possibilità da parte della Provincia di essere il titolare del trattamento dei dati, è stato attivato un canale di confronto con il Commissariato del Governo finalizzato ad elaborare uno schema di disciplina.
Allo stato attuale il sistema è in grado di trasmettere le informazioni provenienti dai varchi, tuttavia la disciplina del trattamento dei dati è condizione necessaria per consentire la piena operatività della rete».