Il caso / La scomparsa

Messaggi, mail e immagini: al setaccio il telefonico di Sara. Il primario Tateo chiamato “sovrano illuminato”

Proseguono gli accertamenti sulla scomparsa della ginecologa. L’ultima telefonata con il fidanzato la sera del 3 marzo e il messaggio ricevuto la mattina in cui si sono perse le sue tracce mai letto. La copia forense del cellulare della dottoressa Pedri depositata in procura

di Marica Viganò

TRENTO. I contenuti del cellulare di Sara Pedri sono ora in possesso della procura. È stata infatti depositata la copia forense del telefonino trovato sulla Volkswagen T-Roc della dottoressa, trovata a Mostizzolo. I periti hanno acquisito la memoria del telefonino, dunque files, immagini, video, App.

L'analisi del copioso materiale è sulla scrivania della pm Licia Scagliarini, che sta conducendo gli accertamenti sulla scomparsa della ginecologa e ha aperto un fascicolo Modello 45, quello degli atti non costituenti notizia di reato, in attesa di una definizione. Sara Pedri manca dal 4 marzo scorso. Il ritrovamento della sua auto in una zona tristemente nota per i suicidi, vicino al ponte che sovrasta il Noce, ha fatto subito pensare ad un gesto estremo. Erano intervenuti anche i cani molecolari, ma le ricerche in acqua con i gommoni e con i sub a scandagliare le zone più profonde del torrente non hanno portato al ritrovamento del corpo.

La giovane ginecologa, arrivata in Trentino l'11 novembre, il giorno dopo aver concluso il percorso di specializzazione a Catanzaro, è ufficialmente "dispersa". Impossibile dunque formulare un'ipotesi di reato.Sara Pedri non ha lasciato lettere di addio, né avrebbe mai manifestato propositi suicidi. I familiari, in primis la sorella Emanuela, e i colleghi con cui ha condiviso gli ultimi anni di formazione in Calabria non hanno mai nascosto che la giovane ginecologa, arrivata piena di entusiasmo al Santa Chiara, pian piano si era spenta. Nell'ultimo periodo era dimagrita: chiaro segnale di stress da lavoro, come aveva evidenziato il medico di famiglia. Per questo calo di peso, Sara era stata anche chiamata a colloquio dal primario.


«L'esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d'ansia» aveva scritto su uno dei fogli che i carabinieri hanno trovato nell'appartamento che aveva preso in affitto a Cles. Al vaglio della procura, ma anche degli Ispettori mandati dal Ministero al Santa Chiara, alcune e-mail, tra cui quella inviata dalla ginecologa al suo responsabile preannunciandogli la decisione di dimettersi: l'aveva appellato "Sovrano illuminato".

Su una chat di Whatsapp scriveva: «In reparto vige la regola del silenzio, ma io non mollo. Pazienza se gli sono antipatica».E poi c'è l'ultimo messaggio al fidanzato Guglielmo. Un "Ti amo" scritto il 3 marzo. Poco prima c'era stata una telefonata, in cui Sara spiegava di essersi dimessa. «Mi aveva detto che si sentiva sollevata da un peso, che per la prima volta da mesi aveva mangiato bene e aveva voglia di farsi una doccia e una bella dormita» ha raccontato Guglielmo. Sul suo cellulare era poi arrivato il messaggio di Sara, "Ti amo". «Le avevo risposto anch'io "Ti amo" ma quel messaggio non lo ha mai letto».

La dottoressa Pedri era solita staccare la connessione di notte. Aveva riattivato il cellulare alle 6 del mattino del 4 marzo. Il messaggio del fidanzato è stato ricevuto, ma mai "aperto".

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