Scuola e obbligo di green pass, per il personale in Trentino tamponi a pagamento
La Provincia esclude proroghe o fasi di transizione, così come eventuali screening con test salivari. Fugatti: «L'ente pubblico mette a disposizione gratuitamente i vaccini»
L'APPELLO Fugatti al personale della scuola: «Vaccinatevi, senza green pass non si entra»
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TRENTO. Niente proroghe, niente periodo di transizione, niente tamponi gratuiti e men che meno servizi di screening - magari con i poco impattanti test salivari - organizzati dall'ente pubblico.
È direttamente il governatore Maurizio Fugatti a chiarirlo, al termine della task force provinciale.
Gli insegnanti che ad inizio anno rifiuteranno il vaccino, dovranno a loro spese fare un tampone. Punto.
Non c'è spazio per mediazioni o compromessi. Unico dettaglio: ad oggi non si conosce ancora il numero preciso di quanti lavoratori della scuola sono senza vaccino. Il che potrebbe essere un problema, posto che siamo a metà agosto.
Ma il dirigente del servizio Roberto Ceccato ostenta tranquillità: «Il potenziamento dell'organico effettuato l'anno scorso ci permetterà di far fronte anche alle eventuali scelte di chi rifiuta anche il tampone».
Questa situazione, a poche settimane dal via alle lezioni.
Che in Trentino, ha ribadito ieri Fugatti, saranno garantite in presenza. Senza problemi finché rimarremo in fascia gialla.
Con qualche criticità in più se scivoleremo nell'arancione, «ma anche a quel punto, saremo pronti, se ci sarà spazio, alla prova di forza: i risultati dei test Invalsi credo ci abbiano dato ragione».
Andando con ordine, la questione cardine è quella dell'immunizzazione del personale.
Chi nelle recenti parole dell'assessore all'istruzione Mirko Bisesti aveva visto un'apertura e quindi si aspettava un colpo di coda da parte del governo provinciale, sul tema green pass e scuola, ieri è rimasto deluso. Nessuna concessione, neppure quella del periodi transitorio.
Il Trentino si adegua alle direttive romane e lo fa senza troppe remore, ad osservare tono e approccio del presidente Fugatti.
Che come detto, ha chiuso anche all'opzione dei poco impattanti test salivari.
E il motivo è economico ma anche pratico: «Siamo pronti con i test salivari, ma si tratta di test molecolari, la Provincia non ha intenzione di metterli a disposizione degli insegnanti».
Molecolari significa che finirebbero nei laboratori del Cibio. A spese dell'ente pubblico, opzione esclusa.
«L'ente pubblico mette a disposizione gratuitamente i vaccini».
Ora il punto è capire come le scelte degli insegnanti impatteranno sull'organizzazione scolastica. Perché senza vaccino servirà dunque il tampone, senza quello scatterà la sospensione.
Il tema è capire se la scuola trentina rischia di trovarsi senza organico sufficiente.
I vertici del servizio escludono questo pericolo: «Fosse anche un 10% contrario anche al test - spiega Ceccato - abbiamo potenziato le scuole con 400 insegnanti, non dovremmo avere problemi organizzativi».
Ma allo stato attuale, si ragiona di numeri vecchi: «Sappiamo che purtroppo in Trentino siamo sotto la media - osserva il presidente Fugatti - speriamo che nelle ultime settimane qualche cosa sia cambiato».
L'ultima rilevazione precisa risale a metà luglio. Allora i vaccinati erano il 75%.
Ma il 25% che per lo meno in quel momento aveva scelto di non aderire alla campagna, non è equamente distribuito: la contrarietà verso i vaccini è più forte negli asili nido e nelle scuole materne, che nel resto del mondo scolastico.
Il che crea un problema ulteriore, posto che sono le scuole che partiranno prima: al nido si va in classe tra poco più di due settimane.
«Da luglio ad oggi è stato istituito il green pass e abbiamo inviato comunicazioni ai docenti. Ci aspettiamo un numero più alto di vaccinati».
Dopo la task force, sono state inviate le indicazioni ai diversi istituti: la priorità è la presenza.
«La garantiremo finché saremo in zona gialla, che significa l'80% di capienza dei mezzi pubblici - assicura Fugatti - in zona arancione dovremmo scendere al 50%, ma ad oggi non si pone il problema, siamo lontani dai 100 ricoverati. Comunque se servirà una prova di forza per mantenere la scuola in presenza il più possibile, la faremo. I risultati dei test Invalsi ci dicono che quella è la strada giusta».
Ma a proposito di prova di forza, poco lontano dal palazzo la protesta si organizza: anche a Trento raccolte le firme contro il decreto. L'autunno sarà più caldo sui banchi che in fabbrica.