Riorganizzazione sanitaria, i sindacati dei medici disertano l'incontro convocato dall'assessora Segnana
Le varie sigle contestano la tempistica e l'assenza di informazioni sul merito delle scelte delle giunta: "Non parteciperemo per mera formalità". Critiche sul riassetto, ritenuto solo un ritorno al modello a delineato dalla legge del 2010
IL DISEGNO Ripristino e potenziamento dei distretti sanitari
LA CRITICA Sindacati: una riforma che non guarda al futuro
LE VALLI Fugatti: rilancio degli ospedali periferici
TRENTO. "La convocazione delle sigle sindacali a soli 8 giorni dalla conclusione della sperimentazione (31 agosto) e, di fatto, dal ripristino della situazione quo ante, non lascia dubbi sulla natura della convocazione: una mera formalità, come già avvenuto e sperimentato in passato. Mera formalità che queste organizzazioni sindacali non intendono più assecondare".
Lo scrivono in una nota Luca Filetici (Aaroi), Marco Scillieri (Anaao Assomed), Fulvio Campolongo (Anpo), Giorgio Temporin (Fassid), Sonia Brugnara (Federazione Cimo Fesmed) e Angela Moresco (Fvm).
I sindacati dei medici si riferiscono alla convocazione che l'assessora Stefania Segnana ha diramato per il 23 agosto, con una nota avente per oggetto "richiesta parere ai sensi dell'articolo 21 della legge provinciale n. 16 del 2020 - Riassetto organizzativo dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari".
L'auspicio - precisa una nota - è che "la parte pubblica sia nella fattispecie interessata a creare in un prossimo futuro occasioni che siano di reale confronto e che non costituiscano solo l'assolvimento di un mero formalismo".
Per i sindacati - che non parteciperanno all'incontro - "non si evince quali siano stati gli elementi di criticità che, secondo le valutazioni della giunta provinciale, hanno portato alla necessità del superamento di quel modello, né quali siano stati i criteri e gli indicatori utilizzati per verificare gli effetti prodotti dalla sperimentazione in dismissione.
Si accenna ad una generica volontà di superare l'impostazione voluta dai precedenti governi provinciali ma di fatto si ritorna sostanzialmente al modello a suo tempo delineato dalla L.16/2010".
Altro aspetto evidenziato dalle sigle sindacali, "La invero scarna descrizione delle novità introdotte dal riassetto organizzativo aziendale non supportato da alcun regolamento di organizzazione non consente di fare alcuna valutazione di merito rispetto alle ricadute sugli aspetti di pertinenza sindacale".