Case di riposo e sospensioni dei lavoratori no vax, Fenalt contro la Provincia: “Stato di agitazione”
Il sindacato di maggioranza nelle Apsp, intende pubblicamente precisare – afferma il vice segretario Roberto Moser – che non accetterà un aumento dei carichi di lavoro, né aumenti di orari di lavoro, tantomeno revoca di ferie o riposi
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TRENTO. In settimana l'assessora Stefania Segnana dovrebbe incontrare Upipa e Spes per cercare una soluzione al problema della carenza del personale nelle case di riposo a seguito della sospensione degli operatori non vaccinati.
“La Fenalt, sindacato di maggioranza nelle Apsp, intende pubblicamente precisare – afferma il vice segretario Roberto Moser – che non accetterà un aumento dei carichi di lavoro, né aumenti di orari di lavoro, tantomeno revoca di ferie o riposi. Il personale dell'Apsp è reduce da un periodo di attività massacrante sia fisicamente che psicologicamente: le soluzioni auspicabili che usciranno dall'incontro devono essere altre, senza toccare minimamente la turnistica degli operatori che rimarranno in servizio”.
Su questi punti Fenalt non transige: “Per noi le soluzioni possono essere ben altre: evitando di far firmare il consenso informato per un vaccino obbligatorio - questione che per molti scettici è dirimente –, predisponendo nuclei di infermieri liberi professionisti che possano coprire le esigenze del servizio laddove se ne presenta l’occorrenza. Non si può immaginare che si pensi di risolvere un problema di questa entità chiedendo deroghe sulla turnistica e sull'orario di lavoro. La soluzione va individuata senza procurare ulteriore stress agli operatori e garantendo condizioni di lavoro sicure”.
Per questo Fenalt annuncia la proclamazione dello stato di agitazione nel settore Apsp. “Metteremo in campo tutto quello che possiamo – conclude Roberto Moser - per poter garantire dignità lavorativa agli operatori e nello stesso tempo dignità di vita agli anziani ospiti delle strutture”.