Tateo, battaglia legale sul licenziamento. Il suo avvocato: «Se confermato chiederemo reintegro e risarcimento»
La difesa dell’ex primario di Ginecologia del Santa Chiara ora affronterà il giudizio del Comitato dei garanti, ma già si guarda a un ricorso davanti al tribunale
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TRENTO. «Se il licenziamento del dottor Tateo dovesse essere confermato, faremo ricorso al giudice per chiedere l'immediato reintegro del primario e il risarcimento di tutti i danni». Parole del professor Vincenzo Ferrante, legale dell'ex dirigente dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia per cui la Commissione di disciplina dell'Apss ha chiesto il licenziamento.
Parole che già prefigurano un'aspra battaglia legale sulla legittimità del pesante provvedimento disciplinare. Sono 17 le contestazioni che la Commissione ha mosso a Tateo e da questi respinte con decisione: «A noi pare - sottolinea l'avvocato Ferrante - che queste accuse siano in parte smentite dagli atti che abbiamo prodotto, in parte sono circostanze marginali e risibili, in parte siano lontane nel tempo e già smentite, infine alcune contestazioni si riferiscono addirittura ad episodi non veri, cioè a mere dicerie. Ricordo che la prova dei motivi del licenziamento la deve dare l'Azienda e la prova per Tateo non c'è».
Cosa avrebbe commesso di così grave l'allora primario del Santa Chiara al punto da meritarsi un licenziamento? Alcuni fatti sono risalenti nel tempo: sono relativi ad una riorganizzazione del reparto che era in sofferenza di organico e dunque i medici erano costretti a fare molte ore di straordinario. Al primario viene contestato di aver condotto il confronto su questo tema con metodi inquisitori.
«Tateo - replica la difesa - era impegnato a far funzionare al meglio il reparto, che anche in carenza di personale puntava all'eccellenza, chiedendo ai medici di garantire 200 ore di straordinario all'anno quando lui ne faceva 600. Già all'epoca però l'Apss aveva confermato la correttezza dell'operato del dottor Tateo».
Tra i 17 punti c'è anche un accenno al caso di Sara Pedri (la ginecologa scomparsa) ma non ci sono contestazioni specifiche. Il legale di Tateo ha comunque depositato delle email in cui la giovane dottoressa ringrazia il primario.
C'è poi il capitolo dell'alto turnover nel reparto che, secondo l'accusa, era dovuto ad un clima reso insostenibile dai metodi bruschi di Tateo. La difesa ha replicato andando a ricostruire le carriere dei medici che hanno lasciato Trento: «Abbiamo scoperto che alcuni erano precari, altri erano stati assunti con l'impegno di rimanere in Trentino solo pochi anni, altri sono tornati nei luoghi di origine. Molti hanno scritto al primario apprezzamenti».
Tra le 17 accuse c'è un medico che sarebbe stato bandito dalla sala operatoria (ma la difesa smentisce questa circostanza). Alcune ginecologhe contestano a Tateo di essere state emarginate e di fatto demansionate perché il primario voleva essere sempre informato sulle condizioni di tutte le pazienti ricoverate, sollecitando al suo staff accertamenti clinici. «La sala operatoria - replica il professor Ferrante - è un luogo in pochi attimi devi prendere delle decisioni, come fare un accertamento in più, che possono portare alla vita o alla morte. Questo giustifica la forza che Tateo metteva in tutto quello che faceva in situazioni delicate dove certo non si fanno convenevoli. I dati che abbiamo portato - aggiunge il professor Ferrante - dimostrano che nel reparto guidato da Tateo il numero delle degenze si è ridotto mentre il numero delle prestazioni è aumentato».
Ora il procedimento passa al Comitato dei garanti chiamato a valutare la legittimità o meno del licenziamento di Tateo. Un parere, vincolante, il suo oltre il quale si intravede già il Tribunale.