Test di ingresso a medicina, scoppia il caso delle domande sbagliate. La ministra Messa: saranno annullate
In arrivo molte segnalazioni e sarebbero in preparazione centinaia di ricorsi sui presunti errori in almeno quattro punti dell'esame di selezione nazionale che si è svolto la settimana scorsa anche a Trento. Intanto in Parlamento si fanno strada iniziative politiche per l'abolizione del numero chiuso
TRENTO In 647 al test di ammissione e 417 vorrebbero studiare qui (ma i posti sono 60)
IL RETTORE Deflorian: "Rincuora vedere così tanti candidati a medicina"
IL CORSO Dal 2020 la novità nell'ateneo trentino
ROMA. Saranno annullate le domande sbagliate presenti nel test di ammissione di Medicina svolto venerdì scorso a cui hanno preso parte in tutta Italia 76 mila diplomati, oltre 600 dei quali hanno tenuto la prova all'Università di Trento.
L'annuncio arriva dalla ministra dell'Università, Maria Cristina Messa, dopo che sulla vicenda era stata presenta anche una interrogazione parlamentare.
"Devo riuscire a fare le graduatorie tenendo conto degli errori quindi verosimilmente annullando le domande sbagliate o comunque quelle che sono sotto verifica", ha detto Messa annunciando che è sua intenzione fissaui re un incontro con "le commissioni che preparano i test per riuscire a dare qualche cosa di un pochino meno debole per il prossimo anno".
Sotto la lente ministeriale sono finite almeno quattro domande che sarebbero errate: si tratta di quesiti di chimica, biologia, logica e matematica.
Domande, a detta dei candidati, poste in maniera ambigua o non congruente.
Gli studenti che venerdì si sono presentanti alle selezioni puntano ad ottenere l'ingresso oltre alle facoltà di Medicina anche a quella di Odontoiatria e protesi dentaria.
In totale i posti disponibili sono 15mila e 200.
Al nuovo corso di medicina di Trento, ora al secondo anno accademico, i posti attualmente disponibili sonmo sessanta.
Sul regolare svolgimento delle selezioni del 3 settembre scorso è intervenuto anche il Codacons annunciando un ricorso collettivo al Tribunale amministrativo del Lazio.
"Anche quest'anno - afferma l'associazione - i test sono stati caratterizzati da irregolarità e violazioni delle disposizioni, aprendo la strada ai ricorsi da parte dei candidati che hanno preso parte alle prove.
Come già successo in passato, giungono segnalazioni circa l'uso di smartphone durante la prova d'esame, tempi di consegna non rispettati, anonimato dei candidati violato e carenze sul fronte della segretezza delle domande dei test".
Un "ennesimo fiasco di questo sistema" e in "arrivo c'è una raffica di ricorsi", dice il presidente del network legale Consulcesi specializzato in ambito sanitario, Massimo Tortorella.
"Non possiamo permettere - afferma Tortorella - che a pagare siano ragazzi che investono energie, tempo e denaro per poter coronare il loro sogno e crearsi un futuro. Per questo, come ci stanno chiedendo, li tuteleremo attraverso i ricorsi che in questi anni hanno portato a migliaia di riammissioni: per ultimo con una storica sentenza del Consiglio di Stato solo pochi mesi fa", che ha ammesso che il fabbisogno non era consono alle esigenze.
In particolare, le domande più segnalate risultano la n. 21 di logica e la n. 23 di biologia che "a quanto sembra, non presentavano le risposte corrette", afferma Consulcesi.
"Anche la numero 2, di logica, e la 28 sempre di biologia, risulterebbero ambigue. Poi, una domanda di chimica inserita nella sezione di domande di cultura generale e così via", riferisce il network sottolineando che "sono centinaia le segnalazioni raccolte dai legali di Consulcesi a soli cinque giorni dal test di ingresso".
Intanto, la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, presidente dell'Intergruppo parlamentare Sport, salute e benessere nel contesto urbano, lancia un'iniziativa per cancellare il numero chiuso.
"Ho presentato - dice - una interrogazione al Governo chiedendo se non reputi opportuno ripensare al vincolo del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, almeno in via transitoria, almeno fino a copertura delle carenze stimate.
Da alcune Regioni arrivano purtroppo notizie preoccupanti.
Nel Veneto oltre il 40 % di medici oggi attivi sono pronti ad andare in pensione nei prossimi anni.
Ma ci sono altre Regioni che programmano le borse di studio al ribasso o sono in ritardo nella programmazione.
Ci sono esperienze positive come all'Università di Ferrara, dove il numero degli iscritti non impedisce una formazione adeguata e di qualità. Risolvere l'emergenza dei prossimi anni è fondamentale. La situazione si sta evolvendo in modo pericoloso.
La medicina di base è il primo e irrinunciabile presidio sanitario universale a disposizione dei cittadini. Non possiamo accettare di peggiorare un servizio che in qualche territorio oggi è già insufficiente", conclude.