Dalla Germania a Tremalzo in bicicletta passando per i valichi delle Alpi: con una Graziella
Una signora ha fatto tappa a Cimego, lasciando sbalorditi i gestori dell’hotel: migliaia di metri di dislivello con la bici pieghevole «vintage»
CIMEGO. La bicicletta è diventata negli ultimi anni il veicolo magico degli escursionisti. Lo è diventata ancor più da quando sono comparse sul mercato le «bici elettriche». In questo panorama paramoderno c’è chi si distingue e decide di sciropparsi passi alpini dalla Germania all’Italia passando per la Svizzera in modo assolutamente originale e (bisogna pur dirlo) faticoso, senza «tecnologia».
È una signora tedesca (di cui non diciamo l’età, perché l’educazione antica ce lo vieta), Carolin Bleisteiner (in foto), la quale è partita dalle parti di Friburgo, è scesa fino al Trentino, per approdare sulle rive del lago di Garda, sulla sella di una fricchettonissima (se ci è concesso il termine un po’ retrò) Graziella, bici anni Sessanta, e non certo da corsa. Simpatica e sorridente, si è fermata, prima dell’ultima tappa, a Cimego, all’hotel Aurora, dov’è stata accolta come un’eroina.
«Incredibile», commenta Graziano Tamburini, titolare dell’hotel. E non aggiunge altro: d’altronde ci sono parole capaci di rendere un evento simile? Scommessa ardita? Beh, fate voi. Per dare un’idea della fatica affrontata, è bene fornire qualche informazione sulle tappe, ma soprattutto sui passi alpini affrontati dalla intrepida in vena di prodezze.
Sette le tappe del tour, come detto. La prima da Oberstdorf al rifugio Freiburger (a 1.931 metri sul mare). La seconda dal rifugio d’arrivo a Klosters, passando per il valico Schlappiner (2203 metri di altitudine). La terza da Klosters a S- chanf, salendo sulle rampe del passo della Scaletta (2606 metri). La quarta tappa partiva da S-chanf e ha segnato il passaggio dalla Svizzera all’Italia con traguardo a Bormio, passando per i passi Chaschauna (2694 metri, possiamo definirla, senza temere irriverenze, Cima Coppi?) e Alpisella (2268 metri).
Le ultime tre tappe sul suolo italiano, con la quinta da Bormio a Edolo, superando il mitico passo Gavia (2.621 metri). Sesta tappa a scavalcare il gruppo dell’Adamello, fra la Valcamonica (partenza da Edolo) e arrivo nel Chiese, a Cimego, scavalcando il Passo di Campo (2.288 metri). Infine, ultima fatica, da Cimego a Riva del Garda, salendo a Tremalzo (1.974 metri e splendida veduta sul Benaco). E poi un grande sospiro di sollievo, dicendo: «Anche questa è fatta». Senza coppe, miss, fiori e pubblico.