Preso il bracconiere: lacci per strangolare i caprioli, in casa armi illegali e numerosi freezer pieni di selvaggina
L’operazione dei Forestali e dell’Associazione cacciatori nelle campagne a sud di Trento: trovata la trappola, è scattato l’appostamento, preso sul fatto e poi denunciato, a casa sua un arsenale
TRENTO. Deteneva nella sua abitazione numerosi strumenti per la cattura fraudolenta di fauna selvatica. Il proprietario, un uomo della Valle dell’Adige, è stato segnalato all’Autorità giudiziaria dal Corpo forestale Trentino al termine di una operazione antibracconaggio condotta in collaborazione con i guardiacaccia dell’Associazione cacciatori trentini nelle campagne a sud di Trento. La perquisizione è scattata in seguito al rinvenimento di un laccio in acciaio per la cattura della selvaggina. Il laccio era stato ancorato alla base di un albero e posizionato in un luogo idoneo per la cattura di caprioli, lungo uno stretto sentiero.
Il sistema di cattura illegale utilizzato dal bracconiere porta a morte l’ungulato per soffocamento, quando il cappio stringe il collo, oppure per stenti, quando il cappio chiude la sua morsa su altre parti del corpo, impedendo la fuga dell’animale.
Dopo numerosi appostamenti gli agenti sono riusciti a risalire all’identità del responsabile e a sorprenderlo proprio mentre stava posizionando un’altra trappola. Nel corso della perquisizione, scattata immediatamente, i forestali hanno rinvenuto anche trappole per la cattura di lepri, tagliole per l’avifauna e di dimensioni più grandi, potenzialmente utilizzabili per la cattura di animali di grossa taglia.
Sono state rinvenute inoltre armi, illecitamente detenute, munizionamento per fucili a canna rigata, polvere da sparo ed infine parti di armi da guerra con relative munizioni.
Nei congelatori dell’abitazione sono stati scoperti uccelli (turdidi, fringillidi e falconiformi), anche di specie protette, e carne di selvaggina già confezionata e di provenienza ignota.