Referendum sul biodistretto, sindacati per il sì: “Occasione unica per valorizzare il territorio”
Cgil, Cisl e Uil: “Un’opportunità per migliorare la qualità delle produzioni e tutelare la salute della comunità. Sia anche il momento per valorizzare il lavoro di qualità”
TRENTO. “Il referendum può essere occasione di crescita culturale per la nostra comunità, per accrescere la consapevolezza del consumatore nelle scelte d’acquisto e per il produttore. È un’opportunità per la salute dei cittadini e dell’ambiente e può diventare un significativo volano di promozione di tutto il territorio trentino anche in termini turistici”.
Ad una settimana dal voto per il referendum sul biodistretto trentino Cgil, Cisl e Uil si schierano a favore della consultazione e invitano tutti i cittadini e le cittadine a votare. L’attenzione dei sindacati resta puntata sul piano della qualità del lavoro: “L’istituzione del biodistretto deve essere un’occasione per istituire una filiera di qualità che metta al centro la salute delle persone, la salvaguardia del nostro ambiente e la qualità del lavoro di chi si occupa di agricoltura”.
Per Cgil Cisl Uil, dunque, il referendum va interpretato come l’inizio di un percorso per sensibilizzare e informare consumatori e produttori e favorire un coinvolgimento dal basso, tassello fondamentale per un cambiamento culturale senza che per ora nascano nuovi obblighi per le aziende del settore. Il Trentino deve prepararsi ad una svolta nel sistema delle produzioni agricole sostenibili anche perché, rispetto ad alcuni paesi del nord Europa, il nostro territorio deve purtroppo recuperare un gap culturale rispetto all’educazione sui temi dell'alimentazione e del cibo di qualità, ma anche su quelli del rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Per questo il referendum può diventare lo strumento per coinvolgere con tempistiche adeguate i produttori creando le condizioni di sostenibilità economica, ambientale e sociale e e può sensibilizzare i cittadini e i consumatori che ancora oggi non scelgono i prodotti biologici.
"È in questo contesto – proseguono Cgil, Cisl e Uil – che si chiede dunque alla politica provinciale di legiferare in merito all’istituzione del distretto trentino del biologico per favorire e sostenere un cambiamento di cui il nostro territorio ha bisogno: coltivare, allevare, trasformare e lavorare i prodotti agricoli prevalentemente con metodi biologici per la nostra salute, per quella delle nostre acque e dei terreni, per un’alimentazione più sicura e sostenibile. Salute, ambiente-biodiversità ed economia locale ne gioverebbero. Dalla Provincia devono arrivare anche iniziative legislative e provvedimenti amministrativi che incentivino e finanzino la ricerca sul tema per supportare scientificamente l’intero processo”.
E concludono: “Infine è opportuno che in questo cambiamento si metta al centro anche la tutela del lavoro di qualità, dando massima attenzione al rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, favorendo percorsi di crescita formativa della manodopera e creando occasioni di occupazione anche per profili qualificati nel comparto agricolo”.