Fauna e incidenti, in Trentino oltre due al giorno. Bocciata una mozione sui corridoi faunistici di Degasperi
Per il consigliere di Onda Civica avrebbero risolto un problema che sta diventando sempre più grave. La Provincia, ricordiamo, ha da tempo deciso di eliminare la copertura assicurativa per questo tipo di sinistri
VALSUGANA Cervo contro un'auto
TEZZE Investimento sulla Ss47
LEVICO Tragedia sfiorata
TRENTO. Ogni giorno in Trentino si registrano in media oltre due investimenti di animali selvatici, maggiormente ungulati, durante i tentativi di attraversamento di sedi stradali, autostradali e linee ferroviarie. Il dato, in vero, si riferisce al 2018 (800 gli episodi censiti, 584 con il coinvolgimento di caprioli e 216 di cervi), ma è estensibile come ordine di grandezza anche agli anni successivi, seguendo un trend in costante crescita dal 2014.
Ebbene, nonostante queste evidenze numeriche, confermate anche da frequenti eventi recenti e recentissimi che possono avere conseguenze pesanti anche per le persone e i mezzi coinvolti, la Provincia pare non considerare questa situazione particolarmente degna di attenzione. Non, almeno, dopo la scelta fatta dalla stessa Provincia, di eliminare la copertura assicurativa per questo tipo di sinistri.
A suggerire questo sostanziale e preoccupante disinteresse per una problematica diffusa e in costante diffusione, è stata la decisione presa giovedì scorso del Consiglio provinciale di bocciare la mozione presentata già nel 2019 da Filippo Degasperi tesa ad impegnare la politica provinciale a promuovere uno studio sui corridoi faunistici presenti sul territorio provinciale, dove si concentra la maggior parte di incidenti che coinvolgono la fauna selvatica.
«Si tratta spesso di attraversamenti lungo percorsi noti e ripetitivi, indispensabili per nutrirsi, incontrare propri simili, trovare riparo, ma che diventano sempre più difficili a causa della frammentazione e dell'isolamento degli ambienti naturali- scrive il consigliere di Onda Civica -. I corridoi faunistici rappresentano quindi un necessario elemento per mettere in comunicazione spazi naturali che altrimenti rimarrebbero raggiungibili solo a fronte di altissimi rischi».
Fra le conseguenze risultanti dalla criticità o impossibilità di percorrere i corridoi faunistici, Degasperi elenca l'innalzamento del tasso di mortalità invernale degli animali; l'abbassamento del tasso di natalità; l'innalzamento del carico di stress legato alla carenza di zone rifugio accessibili; l'aumento degli investimenti stradali e l'aumento dei danni (alla foresta e alle colture agricole) degli ungulati nei casi in cui le barriere non permettano loro di raggiungere le zone di svernamento.
Per il consigliere provinciale sarebbe importante «sviluppare un modello moderno ed efficiente, che valorizzi la salvaguardia della fauna anche attraverso la creazione di uno schema che valuti la necessità della collocazione di appositi corridoi faunistici artificiali. Le caratteristiche essenziali dei manufatti, già diffusi in molti paesi europei, ovvero la corretta ubicazione, le giuste dimensioni e l'individuazione dei materiali, anche quello destinato al calpestio, necessitano di studio e conoscenza approfondita del territorio e delle necessità delle specie ivi presenti. Analogamente andrà facilitato "l'invito" a percorrere il corridoio con appositi accorgimenti strutturali per convogliare gli animali nella prossimità del passaggio».
Detto tutto questo, infine, a proposito di "inviti", quello espresso dalla mozione a consiglio e giunta provinciale «di predisporre uno studio sulla dislocazione e sulle caratteristiche dei corridoi faunistici necessari nella Provincia di Trento, riportando le conclusioni entro sei mesi alla competente commissione consiliare», è stato cassato. Forse più di due incidenti al giorno non bastano ancora a smuovere l'interesse di politici e tecnici provinciali. Nella speranza - volta almeno ad auspicare il male minore - che nel frattempo siano solo gli animali ad avere la peggio.