Stipendio più alto per i sindaci e gli assessori, l’assessore regionale Ossanna: “Stimiamo un costo di altri 2 milioni di euro”
Esclusi Trento, Rovereto, Pergine, Riva e Arco. L’anno scorso era già stato reintegrato il 7 per cento tagliato nel 2013 per ridurre i costi della politica. L’esponente autonomista: “Penso di portare la proposta in giunta prima della fine dell’anno”
PROVINCIA Gottardi: indennità inadeguate
FINANZE 61 milioni ai piccoli comuni, anche per assumere personale
TRENTO. La settimana scorsa l'assessore provinciale agli enti locali, il civico Mattia Gottardi, ha promesso ai sindaci un aumento delle indennità del 20% già dal 2022. «A cominciare dai Comuni più piccoli», ha specificato. Di rincorsa ha rinforzato l'annuncio anche l'assessore regionale agli enti locali, Lorenzo Ossanna (Patt), che a ben vedere è il vero titolare della competenza sugli stipendi dei sindaci, visto che è una delle poche residue rimaste in capo alla Regione.
Tant'è, visto che i soldi per pagare gli aumenti per i sindaci e assessori comunali trentini Gottardi ha detto che li metterà la Provincia di Trento (mentre Bolzano non prevede alcun ritocco per i suoi), è chiaro che appare quasi "incidentale" la necessità di un passaggio dalla Regione per introdurre una modifica decisa in Trentino e che riguarda solo gli amministratori trentini.
L'assessore Ossanna conferma, comunque, di essere già al lavoro per permettere ai sindaci di avere l'aumento già dall'anno prossimo. «Servirà una modifica della legge regionale - anticipa Ossanna - quindi dovremo passare dal consiglio regionale. Conto di riuscire a presentare il disegno di legge già nella prossima seduta della giunta regionale. Stiamo facendo un po' di calcoli sui costi per capire fino a che fascia portare l'aumento. Siamo orientati a mantenere le fasce e i criteri attuali e prevedere un aumento del 20% delle indennità per tutti i sindaci esclusi quelli dei cinque Comuni più grandi, sopra i 10.000 abitanti (Arco, Riva, Pergine, Rovereto e Trento, Ndr.) che riteniamo già adeguate».
«Per questo aumento - continua l'assessore regionale - stimiamo un costo aggiuntivo di circa un milione per i sindaci e un altro milione per gli assessori, che ricevono una indennità che è una percentuale di quella del sindaco. A differenza del consigliere Alessio Manica, che dice che non è per l'indennità che si decide di fare il sindaco, penso che è vero che non è per questo, ma un aumento ai sindaci lo ritengo dovuto, come riconoscimento per il loro importante ruolo di responsabilità».
Nell'ipotesi di un aumento del 20% per tutti i Comuni fino ai 10.000 abitanti, i sindaci si troveranno in tasca una maggiorazione che varia in base all'indennità di partenza ma che è comunque significativa perché si tratta di qualche centinaia di euro ogni mese.Le differenze sono determinate dalla legge regionale in fasce determinate in rapporto alla dimensione demografica del Comune, ma anche delle fluttuazioni stagionali della popolazione nelle località turistiche e dal numero delle frazioni.
Nel 2013 era stato deciso inoltre di mettere in legge che «al fine del contenimento della spesa pubblica e della riduzione dei costi della politica negli enti locali della regione» le indennità venivano ridotte del 7% fino «alla data del secondo turno elettorale generale». Ovvero quello del 2020, quando i nuovi sindaci eletti, insieme agli altri ancora in carica, si sono visti reintegrare il 7% di indennità che era stato tagliato nel periodo in cui l'opinione pubblica, più sensibile di oggi ai costi della politica, lo richiedeva.
Il decreto del presidente della Regione che nel febbraio dell'anno scorso ha fissato le nuove indennità per il periodo 2020-2025 tengono quindi già conto di quel 7%. A un anno di distanza da quel decreto ora - solo per il Trentino - si vuole aggiungere un altro 20%. Come si vede bene dalla tabella, i sindaci altoatesini hanno indennità molto più alte dei trentini, che ora rivendicano un adeguamento, considerato, inoltre, che anche a livello nazionale sta venendo avanti una riforma proposta dal Governo per aumentare le indennità degli amministratori comunali.
Nella proposta nazionale però si considera un'indennità uguale per tutti i Comuni sotto i 3.000 abitanti, considerati piccoli, a differenza della situazione trentina dove su 166 c'è una varietà soprattutto di piccoli e piccolissimi (Massimeno 129 abitanti) municipi e qui un Comune di quasi 3.000 abitanti è considerato già grande. In base alla riforma nazionale dunque i sindaci trentini fra i 2.000 e 3.000 prenderebbero molto meno di adesso. Ma qui siamo "speciali" e decide la Regione.