Morto in Ciad il missionario padre Luigi Moser: una vita in Africa, ma tanti anni a divulgare il credo in radio e tv
Aveva 79 anni, nativo di Palù di Giovo: fu parroco a Kinshasa, e scrisse una tesi di etnomusicologia sui tamburi africani alla Sorbona
PALÙ DI GIOVO. Il missionario comboniano padre Luigi Moser, 79 anni, di Palù di Giovo, è morto ieri all'ospedale di N'Djamena, capitale del Ciad, dove era stato sottoposto ad una operazione d'urgenza a seguito di una brutta caduta avvenuta in casa probabilmente a seguito di un malore.
Proprio oggi il missionario della val di Cembra avrebbe dovuto rientrare in Trentino per farsi curare, dopo essere stato colpito da un infarto nei giorni scorsi. Ieri mattina avrebbe dovuto andare a fare il tampone per poter prendere l'aereo e rientrare in Italia, come prescrivono le norme anti-Covid, ma non ha fatto in tempo. È stato trovato infatti nella sua casa riverso a terra, non si sa se perché colpito da un altro infarto, e si è ferito nella caduta. Si è reso necessario portarlo l'urgenza all'ospedale della capitale per tentare un intervento chirurgico durante il quale, purtroppo, è sopravvenuta la morte.
Padre Luigi Moser ha dedicato la sua vita di sacerdote missionario all'Africa. Per 40 anni, dal 1971 al 2011, aveva lavorato nella Repubblica democratica del Congo. I primi anni di missione li aveva passati al fianco dei più poveri vivendo come loro in una capanna.Musicista e conoscitore delle sonorità africane, padre Luigi ebbe anche una parentesi parigina, perché proprio nella capitale francese fu mandato dai comboniani del 1974 al dipartimento di Etnomusicologia della Sorbona dove scrisse una tesi sulla musica africana e i messaggi con i tamburi tra la popolazione azande dell'Africa centrale.
Tornato alla sua missione, lavorò prima tra i mangbetu, per poi essere nominato parroco in un popoloso quartiere nella periferia di Kinshasa, dove rimase per dieci anni.
Venne poi richiamato in Italia come responsabile degli audiovisivi dei comboniani e lavorò nella squadra di Nigrizia a Verona, dove fu impegnato in particolare nell'animazione missionaria tramite le 256 radio cattoliche italiane e le Tv.
Tornato in Congo è stato per dieci anni responsabile e direttore dei media della diocesi di Kinshasa, nonché fondatore e direttore della scuola di musica liturgica.
Dopo un anno di animazione missionaria nel suo Trentino, nel 2012 aveva deciso di ritornare in Africa, ma questa volta con destinazione Ciad, uno dei Paesi più caldi e poveri del continente. Ha svolto un incarico pastorale nella zona sud della capitale N'Djamena. E anche in Ciad si era dedicato alla comunicazione potendo vantare una grande esperienza in radio e Tv e occupandosi del centro mass media della diocesi locale.
Dopo 50 anni di missione ripeteva: «Mi sento ancora utile e poi gli africani hanno anche loro diritto a partecipare alla nostra ricchezza spirituale e materiale».