Il Trentino scivola verso la «zona gialla»: in aumento contagi, ricoveri e terapie intensive, due parametri su tre già superati
L’appello del dottor Ferro dell’Azienda Sanitaria: «Purtroppo si sta replicando quanto accaduto in Alto Adige. Fare la terza dose è importante, ma invito tutti a vaccinarsi»
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TRENTO. «Stiamo scivolando in zona gialla e piano piano anche in zone peggiori». Antonio Ferro, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale, ha rivolto un nuovo accorato appello ai trentini, soprattutto a chi non ha ancora assunto nemmeno una dose di vaccino - sono ancora circa 70.000 persone - perché partecipino alla maratona vaccinale che andrà avanti fino a domani compreso, con una disponibilità di vaccini per tutti e a tutte le ore (dalle 14 in poi anche senza prenotazione).
I numeri, sia dei contagi che dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, stanno infatti diventando di giorno in giorno sempre più preoccupanti. E l'incubo di un periodo di Natale con gli ospedali trentini di nuovo sotto pressione e nuove restrizioni e chiusure proprio nei giorni di festa rischia di diventare realtà se, come ha detto ieri Ferro nel suo appello quasi disperato «non riusciamo con i vaccini a ricostruire una diga, un argine immunitario contro il virus e le sue varianti, come Omicron, già arrivata in Alto Adige».
E proprio l'Alto Adige, che è già in zona gialla, ci offre lo scenario che ci aspetta, forse già tra una o due settimane.
Dei tre parametri previsti a livello nazionale per definire il passaggio in zona gialla, il Trentino ne ha infatti già superati due.
Il primo dato è quello relativo al numero dei contagi. Il parametro sull'incidenza è di 50 positivi per 100.000 abitanti. In Trentino siamo già arrivati a 224 contagi per 100mila abitanti, quindi quattro volte tanto, insomma l'abbiamo superato abbondantemente.
Ora, grazie agli scienziati c'è il vaccino e ci sono i cittadini che si sono vaccinati, quindi si considerano anche altri due parametri: i ricoveri in ospedale e quelli in terapia intensiva per definire l'esigenza di misure anti-Covid più restrittive. Purtroppo, però, mentre nelle ultime settimane si era riusciti a restare sotto la soglia con entrambi, ieri per la prima volta con 10 ricoveri in rianimazione si è superati il limite del 10% dei posti letto in terapia intensiva (i posti in tutto sono 90).
«Domenica eravamo ad 8 - spiega Ferro - ma ci sono stati due nuovi ingressi e siamo arrivati a 10. L'unico parametro che ci vede ancora sotto soglia è quello dei ricoveri nei reparti di area medica. Il limite è il 15% dei posti, che vuol dire 78 ricoveri e siamo arrivati a 75 ricoveri, tra cui 12 in alta intensità, ma è un'escalation annunciata e se continua così arriveremo facilmente a 100 posti letto occupati nelle prossime due settimane. Rischiamo concretamente di finire in zona gialla già dalla settimana prossima» avverte il direttore dell'Azienda sanitaria.
L'andamento dei ricoveri nel mese di novembre e nella prima settimana di dicembre è significativo. Si è passati infatti da una media settimanale di ingressi di 3,1 nella prima settimana di novembre a 8 nell'ultima fino ai 9 ricoveri di ieri.
Quindi la tendenza è quella di un continuo aumento dei ricoveri.
Tra i pazienti Covid che hanno avuto necessità del ricovero in ospedale, inoltre, c'è un altro elemento significativo. Mentre ad inizio novembre sul totale di ricoverati il 68% erano non vaccinati e il 32%vaccinati con due dosi nel corso del mese il rapporto si è rovesciato fino ad arrivare ieri a contare su 73 ricoverati 34 (47%) non vaccinati e 39 (53%) vaccinati con due dosi.
Naturalmente va considerato che i non vaccinati sono solo il 15% della popolazione totale contro l'85% dei vaccinati, quindi, ha sottolineato ieri Ferri: «Resta di uno a 9 la probabilità di un non vaccinato di finire in ospedale rispetto a un vaccinato. Il progressivo aumento dei vaccinati tra i ricoverati ci indica però che c'è un calo dell'efficacia del vaccino mano mano che ci si allontana dalla seconda dose. Per questo è necessario, soprattutto per chi ha fatto la seconda dose otto o nove mesi fa, venire subito a fare il richiamo. È innegabile che rispetto all'anno scorso, quando a livello nazionale c'erano mille morti al giorno ora ce ne sono cento, e l'unica variabile è il vaccino. Non si può disconoscere l'effetto dei vaccini».