Trento, un fiume di aiuti per i profughi: non servono più vestiti ma farmaci, generi alimentari e prodotti per l'igiene
Continua a pieno regime la raccolta organizzata dall'associazione culturale degli ucraini Rasom: ecco i consigli per chi intende contribuire all'iniziativa umanitaria. I beni di prima necessità raccolti in Trentino partono poi verso le zone di confine dove si trovano le persone in fuga dal sanguinoso conflitto
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TRENTO. Il centro di raccolta oggi è ormai sommerso di beni di prima necessità donati dalla popolazione per i profughi Ucraini in fuga verso ovest, verso le frontiere dei Paesi vicini, come la Polonia.
Sono centocinquanta i volontari, a Trento, che stanno dando una mano all'associazione Rasom, con sede in Bolghera (via Sant'Antonio 22).
Il gruppo da giorni raccoglie beni di prima necessità da inviare ai connazionali.
Ragazzi, donne, uomini di ogni età e nazionalità si sono messi a disposizione per dare una mano.
I responsabili della raccolta spiegano oggi che al momento non servono più vestiti.
Le priorità sono farmaci, generi alimentari e prodotti per l'igiene.
Si raccolgono ancora coperte, per riparare dal freddo le persone che si trovano al confine in attesa di partire verso un luogo sicuro: ma vanno evitati i piumini d'oca, perché si deteriorerebbero sotto la pioggia, bene invece lana o materiali sintetici.
Per quanto riguarda il cibo si prega di evitare prodotti in contenitori di vetro.
Inoltre, per facilitare lo smistamento, si prega di suddividere i pacchi per tipologia di alimento, mettendo per esempio in uno stesso scatolone solo la pasta, in un altro solo il riso eccetera.
Per evitare un affollamento al punto di raccolta, chi organizza raccolte o ha degli aiuti da consegnre può telefonare prima ai responsabili contattando uno dei seguenti numeri telefonici: 3479419883 (Halyna), 3280852429 (Volodymyr), 3204548504 (Olha), 3488831652 (Oleksandra).
Dopo la consegna a Trento, i materiali vengono preparati per essere poi caricati sui camion con destinazione le città di confine, dove continua il flusso di persone in fuga dalla guerra.