Dolore a Trento per la morte del climber 18enne Giovanni Bernabè. La preside del Da Vinci: “Siamo senza parole”
Il giovane, originario di Povo ma residente a Villazzano, venerdì pomeriggio era caduto per un centinaio di metri lungo la parete rocciosa obliqua, quasi verticale, della Parete Zebrata fino ai piedi della stessa, dove è rimasto privo di conoscenza
IL FATTO Climber di 18 anni cade dalla parete
TRENTO. Si è spento ieri al Santa Chiara di Trento Giovanni Bernabè, lo studente originario di Villazzano (era originario di Povo, ndr) e giovane climber di 18 anni caduto venerdì pomeriggio per un centinaio di metri lungo la parete rocciosa obliqua, quasi verticale, della Parete Zebrata fino ai piedi della stessa, dove è rimasto privo di conoscenza.
Giovanni frequentava il Liceo Leonardo Da Vinci. La notizia ha subito fatto il giro della città lasciando sgomenti tutti coloro che lo conoscevano. Questa mattina all’esterno del bar di Povo non si parlava d’altro. “Giovanni – spiega uno dei clienti – era il nipote di Antonio Berbabè, studioso della storia di Povo e personaggio molto noto. Non poteva essere una Pasqua peggiore per noi”.
Anche la preside del Leonardo Da Vinci Tiziana Rossi, contattata da Rttr, a nome della scuola si stringe attorno alla famiglia del giovane. " Era un ragazzo sportivo- ha detto- amava la montagna. Questa è una tragedia che lascia tutti senza parole".
La tragedia
Giovanni aveva affrontato la scalata assieme a un compagno di cordata e l'incidente è accaduto quando i due avevano deciso di scendere. Immediati gli interventi del soccorso alpino, dell'équipe medica dell'elicottero di Trentino emergenza e dei carabinieri e vigili del fuoco di Dro.
Il giovane assieme a un amico della stessa età, pure lui di Trento, avevano deciso di affrontare in arrampicata la via Perla Bianca sulle Placche Zebrate in località Gaggiolo tra i centri abitati di Dro e Pietramurata.
I due ragazzi erano arrivati al quinto tiro e visto che era passata metà pomeriggio sembra abbiano deciso di sospendere la scalata per scendere per evitare di ritrovarsi più avanti con il pericolo che facesse sera. Erano in sosta al quinto tiro quando pare che l'amico abbia iniziato le manovre per usare la corda doppia per tornare alla base.
Dalla prima ricostruzione, proprio mentre stava attrezzando la corda doppia, per cause in fase di accertamento, ci dev'essere stato un errore e il giovane è precipitato per circa cento metri o più per la parete rocciosa obliqua quasi verticale rotolando rovinosamente fino a terminare a terra, alla base della parete, dove è rimasto incosciente. La chiamata al numero unico per le emergenze 112 è arrivata intorno alle 17.50.
«Il tecnico di centrale operativa del Soccorso alpino e speleologico, con il coordinatore dell'area operativa Trentino meridionale - fa sapere nella sua nota il Soccorso alpino - ha chiesto l'intervento dell'elicottero mentre sul posto si portavano anche gli operatori della stazione di Riva del Garda».
L'elicottero di Trentino emergenza con il verricello ha fatto calare alla base della parete il tecnico di elisoccorso e l'équipe medica. Il giovane infortunato, era incosciente e con politraumi. È subito stato preso in cura dallo staff che ha dovuto lavorare sul posto per più di mezz'ora. Una volta intubato e stabilizzate le sue condizioni è stato trasportato bordo dell'elicottero «per essere trasferito in condizioni gravi all'ospedale Santa Chiara di Trento». Poi l’epilogo più brutto, il peggiore.