L’indagine degli Artigiani trentini: «Due imprese su tre sono pronte ad assumere»
In particolare sono le aziende più strutturate (con oltre 10 dipendenti) ad avere maggiore bisogno di manodopera stabile, ben l'84 per cento. «Mi sembra un buon segnale - il commento del presidente Segatta - Significa che crescono e sono disposte ad investire anche sul personale»
DATI In Trentino si torna ad assumere
TRENTO. Stranezze di un periodo storico che tra "Ordine e disordine" (citazione obbligatoria dal prossimo Festival) non sembra trovare la sua strada: dopo un buon 2021 l'economia torna a dare segni di difficoltà, tra vampate inflattive e carenza di materiali, eppure la domanda di lavoro da parte delle aziende continua a crescere.
Lo dimostra anche l'ultima indagine online tra le imprese associate curate dall'Associazione artigiani del Trentino cui hanno partecipato oltre 530 realtà medio-piccole della provincia. «Tutte le analisi a nostra disposizione - spiega il presidente Marco Segatta - hanno registrato nel corso del 2021 un costante aumento del personale occupato nelle imprese artigiane associate; tuttavia questa crescita è risultata decisamente spostata sulle assunzioni con contratti a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato».
Ora la situazione sembra essere mutata e, passata l'incertezza legata alla pandemia, le aziende, specialmente quelle più strutturate, sembrerebbero più disposte ad offrire contratti a lungo termine.
Contratti lunghi.
Dall'indagine risulta infatti che due imprese su tre segnalano l'intenzione di assumere nuovo personale nell'arco dei prossimi 12 mesi e che queste, per il 43 per cento, sono intenzionate ad inserire in azienda i dipendenti con contratti a tempo indeterminato. Un altro 25 per cento offre contratti di apprendistato (più vantaggiosi per il datore di lavoro) che però al termine quasi sempre si tramutano i accordi a tempo indeterminato. In particolare sono le aziende più strutturate (con oltre 10 dipendenti) ad avere maggiore bisogno di manodopera stabile, ben l'84 per cento. «Mi sembra un buon segnale - il commento di Segatta - Significa che crescono e sono disposte ad investire anche sul personale».
Training on job.
Quasi il 50 per cento di esse cerca operai specializzati e con esperienza, ma ben il 40 per cento (specialmente le imprese più piccole) si accontenterebbe di lavoratori da formare in azienda: segno che la «fame» di personale è davvero alta. Poco interesse, invece per impiegati amministrativi/commerciale e per l'ufficio tecnico.
Il mattone tira
L'indagine evidenzia come le categorie più interessate a nuove assunzioni siano tutte quelle riferibili alla filiera delle costruzioni con particolare riguardo per l'impiantistica e per le aziende che operano sull'involucro degli edifici.
Stranieri benvenuti.
Tre imprese su quattro si dicono disposte ad assumere anche lavoratori extracomunitari, soprattutto se con un bagaglio di esperienza alle spalle.
Recruiting day
Resta però la difficoltà di individuare un canale «sicuro» di ricerca del personale. Gli elenchi delle scuole professionali e del Centro per l'impiego coprono appena il 30 per cento, quasi quanto la selezione delle candidature spontanee che arrivano in azienda. «Vista la difficoltà di trovare manodopera - spiega Segatta - tanti di noi si stanno convertendo al "career day": servirà dunque un confronto con l'Agenzia del lavoro vedere di organizzare questi momenti per cercare di incrociare domanda e offerta». C'è però un criticità, come per altro ben evidenzia l'indagine.
Secondo l'esperienza diretta degli artigiani intervistati ben il 50 per cento dichiara che i profili presi in considerazione o avevano competenze poco coerenti con la mansione cercata o avevano scarsa motivazione per il lavoro proposto «Forse - il commento di Segatta - chi cerca lavoro non ha ben chiaro cosa vuole, ed essendo la disoccupazione in Trentino a livello fisiologico, chi non ha lavoro evidentemente non lo cerca con convinzione».