Carenze di personale negli ospedali trentini, l'Apss stanzia altri 3,8 milioni per arruolare medici privati
Nuovo ricorso al privato: 2,8 milioni per coprire turni nei pronto soccorso e quasi un milione per i pediatri, ma solo a Cavalese e Cles. Particolarmente critica al situazione nell'emergenza: la pubblica selezione indetta a inizio maggio, ha portato 24 candidature ma molte riguardano medici che coprivano già turni in libera professione
TRENTO. La situazione della sanità trentina è sempre più difficile. Non usiamo il termine "drammatica" solo per non ripetere quanto dice il presidente dell'Ordine dei medici Marco Ioppi.
E allora l'Azienda sanitaria continua a "tamponare", affidandosi ai libero professionisti - e quindi ai privati - e mettendo sul piatto milioni e milioni di euro. Nel dettaglio: 2,8 milioni per coprire turni nei pronto soccorso e quasi un milione per i pediatri, ma solo a Cavalese e Cles. Insomma poco meno di 4 milioni (per questa metà di 2022 e per il 2023) e solo per tamponare queste specifiche situazioni.
Sono soldi che serviranno a pagare i libero professionisti che copriranno una parte dei turni: si tratta di medici che arrivano da fuori regione, in alcuni casi con specializzazioni diverse da quelle richieste nel reparto dove lavoreranno, taluni già in pensione, a volte professionisti che si licenziano dall'Apss e poi rientrano - stesso reparto, stessa scrivania - come "privati", potendo così guadagnare di più e stressarsi di meno. D'altra parte una giornata di lavoro come libero professionista fa incassare anche 1.200 euro, se svolta in periferia, dove tra l'altro il lavoro è oggettivamente e inevitabilmente minore.
A fronte di questa situazione di difficoltà la posizione di Provincia e Azienda sanitaria è ormai chiara e coincide: «Siamo attenti e siamo consapevoli. Ma il problema non è solo in Trentino, è nazionale».
Queste le dichiarazioni di rito, mentre i fatti dicono che la svolta verso il settore privato è già in stato avanzato. Una situazione, inoltre, che almeno agli occhi dei profani appare difficilmente risolvibile con la riorganizzazione in atto: se negli ospedali periferici nessuno vuole andarci, se anche Trento e Rovereto sono in oggettiva difficoltà, se medici e specialisti sono introvabili, come è possibile che la soluzione sia decentrare e dare più funzioni e servizi proprio agli ospedali di valle? Il tempo lo dirà.
Caso Pronto soccorso. La pubblica selezione, indetta a inizio maggio, ha portato 24 candidature. Ma, attenzione: non si tratta purtroppo di 24 forze "fresche e nuove", ma in molti casi di medici che già coprivano turni in libera professione e che sono stati rinnovati.
Nella lista emergono anche nomi di pensionati e di dottori ex dipendenti Apss che evidentemente hanno preferito incarichi esterni, più "autonomi" e meglio pagati. Scrive l'Apss: «L'impegno di spesa derivante dal conferimento degli incarichi è stimata in 1,6 milioni di euro sul 2022 e in 1 milione e 150.000 euro sul 2023, da contabilizzarsi al conto "incarichi di collaborazione sanitaria e sociosanitaria da privato".Gli incarichi hanno durata massima di un anno, con possibilità di risoluzione anticipata in relazione all'andamento del reclutamento di personale dipendente. Il compenso orario è di 80 euro se si lavora nei Ps di Trento e Rovereto, che sale del 20%, quindi a 96 euro all'ora, se si scelgono Arco, Tione, Borgo, Cles e Cavalese. Con i turni di 12 ore il calcolo è presto fatto: 1.200 in saccoccia per un solo giorno di lavoro.
Caso punti nascita. L'ennesima pubblica selezione per coprire i turni nei punti nascita di Cavalese e Cles - specificatamente pediatri - ha portato a 11 candidature. In parte si tratta di nomi "noti", ovvero medici che già negli scorsi mesi avevano ricevuto incarichi dall'Azienda sanitaria. Il bando è stato indetto perché «è impossibile coprire le attuali assenze in organico tramite assunzione». Quindi i pediatri in libera professioni serviranno per coprire un massimo di 60 turni mensili di 12 ore ciascuno. La paga oraria è di 96 euro. L'Apss mette sul piatto 490 mila euro per il 2022 e 345 mila per il 2023, da contabilizzarsi come «incarichi di collaborazione sanitaria da privato».