Il grido d'allarme dei Comuni trentini: certezze sui fondi, più personale, e un'Autonomia delle comunità per uscire dalla crisi
Oggi la seduta congiunta del Consiglio Provinciale, con la Giunta e il Consiglio delle Autonomia: dai sindaci la preoccupazione per la tenuta del sistema, «noi siamo il primo anello, rispondiamo alla gente»
TRENTO. Il futuro dei Comuni trentini, l’assetto delle Comunità di Valle, il sistema delle Autonomie: c’era molta carne al fuoco, oggi in Consiglio Provinciale dove si teneva una seduta congiunta del Consiglio delle autonomie locali (Cal), del Consiglio provinciale e della Giunta, prevista annualmente dalla legge provinciale 7 del 2005.
L’incontro, convocato nell'emiciclo del palazzo della Regione dai presidenti del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, della Giunta provinciale Maurizio Fugatti e del Consiglio delle autonomie locali (Cal) Paride Gianmoena, verteva sullo stato del sistema delle autonomie locali nella provincia di Trento, con particolare riferimento ai rapporti tra i territori e la Provincia. Quindi anche della “riforma delle Comunità” di Valle, approntata dall’assessore Mattia Gottardi, recentemente approvata dalla Prima Commissione, il cui esame finale in aula è in programma nella prossima sessione (28-30 giugno).
Il grido d’allarme dei Comuni.
Il Presidente dei Comuni Trentini non è stato tenero, ed ha chiesto più voce per le comunità locali in un vero
sistema delle autonomie. «Occorre dare voce alle comunità locali, per costruire un modello corale ed inclusivo di
sviluppo del nostro Paese. Un approccio che dobbiamo cercare di attuare in casa nostra, a
cominciare proprio dai rapporti fra i territori e l’Amministrazione provinciale».
Cosa vuol dire? Gianmoena in particolare ha chiesto: più strumenti per consentire ai Comuni di gestire efficacemente la propria funzione di presidio sul territorio, valorizzando il ruolo del Consorzio dei Comuni Trentini nella gestione dei servizi di back-office, e sostenendo adeguatamente le gestioni associate delle funzioni che occorre esercitare in una logica di prossimità.
Più slancio al potenziamento delle Comunità, rafforzandone le potenzialità di strutture a servizio dei comuni, anche attraverso la creazione di centri di competenza specializzata, e coltivandone il ruolo di luoghi della programmazione sovracomunale.
Più spazio ad una programmazione pluriennale delle risorse finanziarie di cui possono disporre i comuni, nei limiti consentiti dal bilancio provinciale, ed un costante aggiornamento dei modelli di riparto delle stesse.
Più occasioni di confronto con il Consiglio delle autonomie locali, rispetto alle scelte di sviluppo della Provincia, nell’ottica di favorire un miglior coinvolgimento dei territori.
«Se riusciremo a coinvolgere concretamente le Istituzioni locali - ha precisato Gianmoena – sono convinto che rafforzeremo la nostra capacità di rispondere come sistema alle sfide di questo tempo complesso, esercitando le prerogative dell’autonomia nella costruzione di una visione del futuro. I benefici – ha concluso - non tarderanno a mostrarsi, sia in termini di maggior credito nei confronti dello Stato, sia in termini di capacità di rispondere, in misura
più efficace, ai bisogni della nostra comunità”.
Nel corso della seduta sono intervenuti anche i Consiglieri del Cal. Roberto Oss Emer, Sindaco di Pergine Valsugana, ha chiesto attenzione al tema dei rincari dell’energia, arrivati ad oltre 35%, un peso sui bilanci dei Comuni, che già faticano a pareggiare in parte corrente. In assenza di sostegni da parte provinciale sì dovranno, ha detto, fare scelte drastiche: chiusure di impianti e strutture, riduzione di contributi per attività sociali e culturali, aumenti di tariffe.
Ma gli effetti, ha aggiunto, «si ripercuoteranno anche su associazioni e società sportive che gestiscono impianti in concessione, e che portano il Comune a dover riconsiderare i rapporti contrattuali in essere, in un quadro normativo che dà piena copertura a questa necessità».
Oss Emer ha, altresì, lamentato l’incertezza, riscontrata negli ultimi anni, nella definizione della capienza del Fondo ex FIM, così come del budget annuale, che mette in discussione la continuità dei servizi ai cittadini e la manutenzione delle infrastrutture comunali. Inoltre, ha evidenziato come il rincaro delle materie prime stiano mettendo in crisi l’esecuzione delle opere pubbliche. Le gare vanno deserte, le imprese rinunciano agli appalti già vinti. Occorre trovare, in merito, soluzioni che non mettano a repentaglio la messa a terra di importanti investimenti pubblici, in un momento delicato per l’economia locale.
Mirko Montibeller, Sindaco di Roncegno Terme, ha richiamato, nel suo intervento, l’importanza delle risorse umane per il buon funzionamento delle amministrazioni comunali. Non ha nascosto il problema della mobilità del personale comunale verso amministrazioni più grandi, compresa la Provincia. Lavorare nei comuni, ha detto, ormai è scarsamente appetibile: ci sono molte responsabilità con il moltiplicarsi degli adempimenti e la complessità della normativa, e una maggiore remunerazione nel privato.
Claudio Soini, Sindaco di Ala, ha parlato del problema della gestione dei rifiuti che sta assumendo contorni preoccupanti per i Sindaci, responsabili del servizio di raccolta sul territorio. Per ben tre volte negli ultimi due anni, ha detto Soini, ci si è avvicinati pericolosamente all’impossibilità di smaltire il rifiuto secco prodotto in Provincia.
Un tema, quello dei rifiuti, sul quale ha preso la parola anche il Sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, che ha sottolineato l’urgenza di intervenire definendo una strategia per la chiusura del ciclo di smaltimento, senza gravare eccessivamente le tariffe a carico di famiglie e imprese. Occorre, inoltre, investire convintamente nell’educazione ambientale della cittadinanza e, in particolare, dei più giovani.
Enrico Galvan, Sindaco di Borgo Valsugana, si è concentrato sul PNRR, che ha definito non solo un capiente portafoglio affidato dall’Europa allo Stato, ma un’occasione importante di investimento e di sviluppo in termini sociali ed economici. Per Galvan non deve esserci il timore che l’autonomia possa perdere peso rispetto agli interventi dell’Europa e dello Stato. Serve, invece, dimostrarne il valore nella capacità di gestire con serietà e puntualità questa occasione. H
Francesco Valduga, Sindaco di Rovereto, ha preso spunto dal tema della seduta prevalentemente concentrato sull’assetto istituzionale. Un dibattito che ha evidenziato la consapevolezza che nessun Comune può bastare a sé stesso. Per Valduga, fra i temi prioritari per le comunità locali, e dunque anche fra i Comuni, c’è senz’altro la sanità, elemento centrale per assicurare la vivibilità del territorio. Ha citato gli effetti del Covid, e la carenza di medici, che impongono di ripensare il sistema sanitario, coinvolgendo le categorie dei sanitari. Obiettivo è la qualità dell’assistenza e non la razionalizzazione fine a sé stessa, tantomeno la ricerca di consenso su soluzioni organizzative insostenibili. Un ruolo importante può essere giocato dai Comuni, nel il concorso alla prevenzione, e nel far comprendere sul territorio l’importanza dell’assistenza domiciliare, uscendo da visione ospedale-centrica.
Alessandro Betta, Sindaco di Arco, ha voluto ricordare come i Comuni e i Sindaci siano il primo anello del rapporto con i cittadini. Betta non ha nascosto i problemi dei territori che, a causa della pandemia, denotano un accresciuto disagio sociale, soprattutto nelle fasce deboli e nei più giovani. Crescono, infatti, le dipendenze. Occorre, dunque, agire sulla prevenzione, con gli Enti Locali che devono essere in prima linea, col sostegno della Provincia.
Giuseppe Detomas, Procurador del Comun General de Fascia, ha voluto precisare come sia la prima volta che il Comun General partecipa ad una seduta congiunta.
Franco Ianeselli, Sindaco di Trento è intervenuto per rimarcare la necessità che il Trentino si interroghi sul proprio modello di sviluppo. Per Ianeselli è basilare puntare sulla la sostenibilità come chiave di sviluppo per il Trentino e, più in generale, dell’Euregio. Un modello utile anche ad attirare turisti e nuovi residenti/lavoratori. Sostenibilità che, peraltro, va perseguita non solo sul piano ambientale, ma anche su quello sociale. Ha inoltre evidenziato come l’autonomia speciale, di cui il Trentino gode, debba essere interpretata non soltanto come autonomia dell’Istituzione, ma come autonomia della Comunità intera, e dunque come responsabilità collettiva.
A conclusione dei lavori, la Seduta congiunta ha approvato, all’unanimità, una proposta di risoluzione in materia di finanza locale. La risoluzione impegna la Giunta provinciale, anche coinvolgendo il Consiglio per le parti di competenza, ad un’attenta valutazione del modello di calcolo del fondo perequativo/di solidarietà, anche al fine di elaborarne una revisione che tenga conto dei risvolti sui bilanci comunali dell’evento VAIA e dai recenti provvedimenti governativi in merito ai proventi da vendita dell’energia prodotta dalle piccole derivazioni idroelettriche. Il provvedimento impegna, altresì, gli stessi soggetti ad assegnare agli Enti locali almeno le risorse di parte corrente, avuto a riferimento un arco temporale triennale, assicurando un trasferimento minimo, invariato a livello complessivo, e quantificato, per il singolo ente, sulla base del nuovo modello di perequazione.
E Fugatti? Il presidente ha svolto un lungo intervento.
«L’attuale momento congiunturale – ha detto – esito prima della situazione pandemica e poi delle difficoltà economiche che stanno colpendo direttamente cittadini ed imprese trentine, ha evidenziato sempre più come sia fondamentale porsi di fronte a problemi così complessi e pervasivi in modo unitario. Per un territorio come quello trentino, geograficamente contenuto ma composito e complesso come pochi altri, ciò diventa un pre-requisito. Da questo punto di vista l’Amministrazione provinciale ha inteso sin da subito mettersi al fianco dei Comuni trentini e ritiene che oggi più che mai ciò debba essere il modo più efficace di operare per gestire la “cosa pubblica” al servizio dei cittadini. In questo ragionamento risulta essenziale che il livello di governo provinciale sia vicino alle Amministrazioni comunali e le supporti nell’affrontare le loro problematiche».