Divieto di immissione di trote, «è la fine della pesca in Trentino», l'amarezza di Trenti e la preoccupazione per i Mondiali di pesca alla mosca di luglio
L’organizzatore delle gare, ex presidente di Associazione e membro del Comitato Fips: «Situazione molto preoccupante, è davvero finita un’epoca e nulla sarà più come prima»
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TRENTO. Ex presidente di associazione (del Basso Sarca), membro del Comitato provinciale Fips (Federazione pesca sportiva), Stefano Trenti è lapidario: «Questa è la fine della pesca in Trentino, così come l’abbiamo sempre fatta. Ed è la fine di 30 anni di lavoro volontario».
La nuova normativa sulle «specie alloctone», infatti, vieta l’immissione nelle acque di specie che non abbiano una «presenza comprovata da prima dell’anno 1500». Inutile dire che le trote, in Trentino, ci sono sempre state. Il tentativo della giunta provinciale di farsi una «deroga» è naufragato, perché il Piano di Rischio inviato a Ispra e Ministero è stato rimandato indietro con pesanti correzioni, che di fatto «rendono impossibile l’attività della pesca e delle Associazioni», come hanno detto ieri i pescatori.
Per Trenti c’è una preoccupazione in più: «Fra pochi giorni iniziano i Campionati del Mondo di pesca alla mosca. Dal 18 al 24 luglio saranno presenti in Trentino 28 nazioni, con battute di pesca dal Chiese alla Rendena, a Comano, in Val di Sole e Non e in Rotaliana. Io spero che non ci siano problemi – dice Trenti – ma certo è una situazione molto difficile».
Per questa gara non verranno fatte immissioni. «Tranne che per il lago dei Caprioli, in Val di Sole, dove immetteremo della fario perché sostanzialmente è uno specchio d’acqua chiuso. Comunque il campionato è una competizione no-kill – dice Trenti – e quindi le trote immesse verranno poi prelevate da altri pescatori più avanti».
E’ il futuro che preoccupa: «Io non vedo futuro, come per il genere umano non c’è sopravvivenza senza giovani: se non possiamo immettere novellame, anche chi non è esperto di pesca capisce che non c’è futuro. Io sono stato presidente di Associazione, e in questo momento non invidio i miei colleghi presidenti: dovranno prendere decisioni drastiche. Trent’anni di lavoro, di volontariato e di acquisizione di tecniche che vanno in fumo».
Che cosa succederà poi? «Ai posteri l’ardua sentenza. Resterà solo il selvatico, ma questo vuol dire una notevole riduzione». E con la riduzione, verrà anche la riduzione dei permessi ai turisti pescatori. Che erano un bel volano economico per il Trentino.