Covid, trecento sanitari sono "positivi", nei reparti torna l'allarme, personale in difficoltà
Il ritorno del virus colpisce anche gli addetti ai lavori, situazione delicata a medicina di Trento, cardiologia, pneumologia di Arco e geriatria di Rovereto. L’Azienda rassicura: «Per il momento, teniamo»
TRENTO. Con più di 7 mila positivi "ufficiali" in Trentino negli ultimi dieci giorni era inevitabile che l'ondata colpisse anche i sanitari impegnati ogni giorno nei reparti e negli ambulatori. In un periodo di ferie, con organici ridotti e un superlavoro legato all'arretrato da smaltire ma anche alla nuova ondata, le malattie di infermieri e medici stanno però mettendo a serio rischio la tenuta del sistema con reparti che si trovano a dover fare i conti con organici decisamente sotto gli standard e con persone costrette a saltare riposi e in alcuni casi anche a far slittare le ferie.
Del resto l'aumento di casi è stato rapido e improvviso. «I nuovi positivi tra il personale erano meno di 10 al giorno all'inizio dell'estate - fanno sapere dall'Azienda sanitaria -. Poi sono saliti ad una media di 12 al giorno. La settimana scorsa settimana sono raddoppiati e sono saliti a 24».
Ma i numeri record si sono registrati questa settimana. Martedì hanno presentato il certificato di malattia in 46. Mercoledì in 35 e ieri erano 18».
Ovviamente ora si attende di capire l'evolversi della situazione perché queste assenze, sommate alle ferie di cui il personale ha assolutamente bisogno, mettono in difficoltà i reparti.
«Al momento teniamo», garantiscono dalla direzione. Coprire i turni risulta però difficile e ci sono reparti in serio affanno. Ai sindacati sono arrivate richieste di aiuto e intervento dalla medicina di Trento, dalla cardiologia, dalla pneumologia di Arco e dalla geriatria di Rovereto. Ma molti altri stanno boccheggiando.
La stima è che ci siano almeno 300 sanitari con il Covid. Numeri in parte simili a quelli di gennaio quando, proprio dopo le vacanze di Natale, l'Azienda sanitaria aveva parlato di 250 sanitari a casa ammalati con il Covid.
Dunque l'emergenza è tornata, ora in piena estate, con i piani ferie già predisposti e un ulteriore aggravio. In tutti gli ospedali nei vari reparti sono state allestite aree Covid. Questo vuol dire che in uno stesso reparto vi sono state con pazienti senza Covid e solitamente una stanza con un paziente Covid isolato.
Questo, se ci fosse personale, vorrebbe dire che c'è chi si occupa di alcuni pazienti e chi di altri. Ora, con gli organici ridotti all'osso, infermieri e medici sono costretti a vestirsi e svestirsi continuamente per cercare di non contaminare e contaminarsi. Dunque lavoro che si aggiunge al lavoro.