Politica / Il caso

Il dietrofront di Calenda, l'ira del Pd: "Così aiuta la destra". L'irritazione di Bonino (+Europa): "Non serio cambiare opinione ogni tre giorni"

Dopo l'uscita del leader di Azione dall'accordo di centrosinistra, oggi è prevista la conferma da parte dei radicali dell'intesa con il partito democratico e della separazione da Calenda: "È stato lui a chiudere sbattendo la porta"

DIETROFRONT Calenda: “Non andremo avanti nell'alleanza con il Pd, decisione sofferta”

ROMA. Il "campo largo" voluto dal segretario del Pd Enrico Letta perde un pezzo, quella Azione di Carlo Calenda che del patto del centrosinistra era stato uno dei promotori.

Ma si rompe anche il sodalizio fra Calenda e i radicali di +Europa, con Emma Bonino che conferma invece l'intesa con il partito democratico.

"È una delle decisioni più sofferte", ha detto il leader di Azione, cui è stato offerta la vetrina tv di "In 1/2 ora" condotta a Raitre da Lucia Annunziata e qui l'ex ministro ha scelto di fare il suo nuovo annuncio, motivando la decisione con il rifiuto degli accordi elettorali stretti dal Pd, separatamente, con Sinistra Italiana e Verdi, da un lato, Di Maio e Tabacci, dall'altro. Accordi peraltro previsti già nel patto siglato qualche giorno prima dal fondatore di Azione e Letta, tanto che il segretario Pd ha subito commentato: "Calenda ha scelto di aiutare destre. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti per l’interesse dell’Italia".

Spiazzati e irritati anche gli ex alleati di Calenda, gli esponenti di +Europa, che fra l'altro avevano offerto all'ex ministro l'opportunità di poter schierare le liste senza dover raccogliere le firme (36.750 autenticate da funzionari pubblici o notai e avvocati) in pieno agosto (ora ad Azione restano la necessità di procedere da sola anche con i moduli da riempire oppure di trovare un nuovo partner, forse Italia Viva di Matteo Renzi).

Durissima verso Calenda Emma Bonino: "Quattro giorni fa, quattro non 40, il Pd, Calenda, Più Europa siglano un accordo politico - peraltro per ironia della sorte la bozza scritta da Calenda, benissimo. Bravi tutti, applausi. Dal giovedì io comincio a sentire rumori su Calenda che 'non regge i suoi' e arriviamo ieri col segretario del mio partito, Della Vedova - che ha la pazienza di un santo - che ancora prova a parlare con Calenda. Calenda che però dice inutile che ci vediamo, è una perdita di tempo", ha detto la storica esponente radicale e di +Europa, ospite di In Onda su La7.

"Stamattina da Benedetto Della Vedova apprendiamo 'Calenda ci ha detto che la cosa è chiusa, amen e arrivederci'", ha aggiunto. Se sia stato un incidente di percorso o premeditato per ottenere per giorni molta visibilità mediatica? "Non lo so, io avevo molta fiducia. Credo non sia serio cambiare opinione ogni tre giorni specialmente da una forza politica che si candida a partecipare al governo di un Paese. Io su questa strada non lo posso seguire. Lunedì il segretario del mio partito ha convocato una direzione, parleremo, ma ad oggi la situazione è che Calenda ha chiuso e sbattuto la porta".

Secondo il  deputato e presidente di +Europa, Riccardo Magi 'nel patto siglato col Pd era evidente che ci sarebbero state altre liste ed era evidente che ci sarebbe stato un rapporto politico privilegiato con noi, basato sulla continuità dell'azione del governo Draghi, rispetto al patto elettorale con le altre liste. Ieri Letta lo ha ribadito".

Poi, rispetto ad Azione, "per noi la priorità era mantenere l'unità della federazione, prendere decisioni insieme e poi mantenerle. Serietà è anche questo".

Nei giorni scorsi, Azione aveva firmato il patto con il Pd insieme a +Europa che ha ribadito l'apprezzamento per l'accordo.

Enrico Letta inoltre ha escluso qualsiasi tentazione di riapertura al M5S di Conte. Se dovessero emergere nuovi elementi di valutazione sul patto, la direzione di +Europa si riunirà per discuterne e assumere decisioni. La nota è stata subito accolta positivamente dai dem. "Il partito democratico esprime forte apprezzamento per la nota diramata poco fa dalla Segreteria di +Europa, che ribadisce il proprio sostegno al Patto sottoscritto martedì scorso tra lo stesso Pd e la Federazione +Europa/Azione", fanno sapere fonti del Nazareno.

Letta andrà avanti, mentre Calenda potrebbe tentare di riconquistare spazio al centro con Matteo Renzi, che parla di 'grande opportunità'.

In ogni modo, il fronte progressista messo pazientemente insieme dal segretario Pd per sfidare FdI, Lega e Fi ha perso un pezzo, quello di centro, che era stato il più corteggiato, il più difficile da convincere.

La giustificazione di Calenda, che ha parlato di uno sbilanciamento a sinistra della coalizione, ha fatto infuriare il Pd: "Onore è rispettare la parola data. Il resto è populismo d'élite".

Perché - ricordano i dem - quando è stato siglato quell'accordo con Azione, era inteso che ci sarebbero stati patti anche con le altre forze.

Per Calenda, però, la coalizione del Pd "è fatta per perdere. C'era l'opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd, sono deluso".

L'annuncio di Calenda arrivato in tv faceva seguito a oltre 24 ore di un insolito silenzio social di Calenda, normalmente molto attivo e loquace.

Letta ha lavorato per mesi a un fronte che fosse il più largo possibile, con l'obiettivo di giocare la difficile partita del 25 settembre, di contrastare un centrodestra dato come favorito nei sondaggi e che si presenterà unito, con una legge elettorale che premia le alleanze.

Il quadro delle coalizioni al centro e a sinistra è stato stravolto. Di nuovo e in poche ore. Da un lato le forze di centro e di destra che stanno mettendo a punto il programma, dal'laltra un centrosinistra che ora perde la sua ala destra e dunque si riposiziona nello spettro politico in un segmento ancora vasto e con posizioni non sempre compatibili, ma probabilmente meno contraddittorio e più chiaro per gli elettori.

L'uscita di Calenda creerà in ogni caso maggiori difficoltà al centrosinistra nei collegi uninominali, dove viene eletto chi prende un voto più degli altri e qui il gap del centrodestra risulta dai sondaggi molto avanti (si scelgono con il maggioritario un terzo dei seggi parlamentari).

Calenda correrà da solo, a meno che non trovi un'intesa con Matteo Renzi, al lavoro sul Terzo Polo con le liste civiche dell'ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

Il Pd andrà avanti con Verdi-Si e Impegno civico di Di Maio e Tabacci e quasi certamente +Europa.

Nonostante le spinte di Sinistra italiana, sembra escluso un ritorno di fiamma fra Pd e M5s. "E' stato Conte a far cadere il governo Draghi - ha detto Letta - E' stata un'enorme responsabilità e per noi, questo è un fatto conclusivo".

Anche il presidente Cinque stelle sembra aver chiuso la porta: "A Enrico rivolgo un consiglio non richiesto: offri pure i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati. Questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II". Fra gli ex corre il veleno. E gli ex sono ogni giorno di più.

"Oggi mi trovo a fianco a persone che hanno votato 54 volte la sfiducia a Draghi. Mi sono un po' perso", ha detto Calenda riferendosi a Si e Verdi che, va però ricordato, non sono mai entrati nella maggioranza di governo, sono forze di opposizione (come Fratelli d'Italia).

Il leader di Azione ha anche rivelato di aver offerto a Letta un patto a due, senza altre liste: "Gli ho proposto di fare un'alleanza netta e che rinunciavo ai collegi, avrei accettato anche solo il 10%" dei seggi, invece del 30% stabilito nel patto col Pd, ora carta straccia. Per dirla con il vicesegretario, Peppe Provenzano, per il Pd: "Non c'è spazio per terzi poli". E quindi Letta mette una pietra su Calenda: "Che promesse può fare agli italiani se sanno che già con gli alleati ha rotto la parola data? Con questa legge elettorale gli italiani dovranno scegliere se essere governati da Meloni, dalle destre o da noi, questa scelta è netta e Calenda ha deciso di aiutare la destra, facendo quello che ha fatto".

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