La crisi si fa sentire anche al Punto d’incontro: «L'inverno che arriva ci preoccupa, serve un nuovo patto con le istituzioni e le realtà economiche»
Aumentano le richieste d'aiuto in questo periodo di crisi: si contano tra i 200 e i 250 le persone che in città che dormono all'addiaccio, sotto i ponti o nei parchi, un numero più che raddoppiato rispetto alle ultime rilevazioni. Nella storica sede di via del Travai anche il vescovo Tisi e l'assessora comunale Maule a un pranzo con il presidente della cooperativa Osvaldo Filosi che ha spiegato quanto questa importante realtà della solidarietà ha bisogno di una mano
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TRENTO. Tra i tanti numeri forniti dal Punto d'Incontro che testimoniano quanto siano aumentate le richieste d'aiuto in questo periodo di crisi pandemica, bellica, economica e migratoria, un dato spicca su tutti: si contano tra i 200 e i 250 le persone che nella città di Trento dormono all'addiaccio, sotto i ponti o nei parchi. Un numero più che raddoppiato rispetto alle ultime rilevazioni, che parlavano di un centinaio di individui.
Si tratta soprattutto di migranti e di richiedenti-asilo che per problemi burocratici non hanno le carte in regola per accedere alle strutture d'accoglienza.
Se n'è parlato ieri ad un pranzo tenuto proprio nella storica struttura di via Travai, fondata oltre quarant'anni fa da don Dante Clauser e don Ciotti. L'evento faceva parte della Settimana dell'Accoglienza organizzata da Cnca e si è rivelato un'occasione di confronto tra gli operatori, i volontari, gli utenti della struttura e le istituzioni.
Erano presenti l'assessora comunale Chiara Maule e l’arcivescovo Lauro Tisi, mentre i componenti della giunta provinciale, invitati, avevano comunicato che non sarebbero stati presenti per precedenti impegni.
Il presidente del Punto d'Incontro Osvaldo Filosi non ha nascosto la preoccupazione: «Con l'aumento del disagio economico causato dal caro delle materie prime, che riguarda anche noi, l'inverno in arrivo ci preoccupa e serve un nuovo patto con le istituzioni e le realtà economiche».
Ecco i numeri forniti dal presidente Filosi: «Al 30 settembre si sono rivolte al Punto d’Incontro 712 persone provenienti da 44 Paesi del mondo. Di questi, 375 sono nuovi arrivi rispetto al 2021. Numerosi i giovani, soprattutto richiedenti asilo; in aumento la fascia di età sotto i 40 anni. Circa 31.983 i pasti serviti, con una media di 160 presenze al giorno per il pranzo. Ma non c'è solo la mensa e il laboratorio: il Punto d'Incontro ha garantito ai propri utenti la possibilità di fare 3298 docce e un migliaio di lavatrici oltre alla consulenza burocratica, legale e sanitaria».
Filosi ha sottolineato come vi sia stato un calo nelle donazioni che sostengono l'operato del Punto d'Incontro: «In alcuni casi i nostri sostenitori economici hanno preferito donare ad iniziative rivolte specificamente alla crisi ucraina, il che è comprensibile, ma ci sono anche altre emergenze, come la riapertura della tratta balcanica che ha portato numerosi richiedenti-asilo a bussare alla nostra porta».
Il vescovo Tisi ha confermato la sua disponibilità a costruire una "rete" di solidarietà: «Anche le nostre strutture sono sotto pressione. Ci impegniamo a ragionare su come intervenire insieme sulle povertà. Ascoltiamoci a vicenda, interagiamo di più, senza dimenticare che i migranti sono una risorsa, non un peso, abbiamo bisogno di loro».
L'assessora Maule ha riconosciuto il ruolo del Punto d'Incontro come "porta" della città: «Questo luogo rappresenta un pungolo per la città, ci ricorda che i poveri esistono. Alcuni si ricordano dei poveri solo per dire che stanno in mezzo, che non sono decorosi, come spesso ci viene detto in Consiglio comunale. Non faremo un passo indietro nel sostegno alle persone rimaste ai margini». Presente anche Stefano Trainotti, coordinatore dei progetti solidali di Aquila Basket: «Siamo sostenitori storici del Punto d'Incontro e diamo il nostro supporto a quindici realtà attive nella solidarietà. Siamo qui per ricordare che Aquila Basket c'è».