Bonus bollette, sindacati all’attacco della giunta provinciale: “Si rischia l’ennesima beffa per le famiglie”
Cgil, Cisl e Uil: “Vincolare i 180 euro alle dichiarazione dei redditi fino a 40mila euro lascia fuori gran parte del ceto medio di lavoratori dipendenti che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo”
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TRENTO. “Di male in peggio. Sul bonus bollette la Giunta provinciale non riesce proprio ad evitare una misura iniqua. Ci vuole non poca perseveranza”. Lo dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil commentando le parole del presidente Fugatti che al termine della riunione di giunta ha annunciato l’ipotesi di riconoscere i 180 euro a quanti dichiarano un reddito lordo compreso tra i 40 e i 50mila euro.
“Se l’intento era quello di dare seguito alle critiche per un provvedimento concepito come contributo a pioggia per tutti, dunque iniquo, sicuramente l’ipotesi annunciata oggi non risolve alcunché in termini di equità e sostegno alle famiglie del ceto medio”, fanno notare Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.
Il meccanismo si baserebbe infatti sulla dichiarazione dei redditi che, secondo i sindacati, non garantisce l'equità ed è per questo che negli anni si è stabilito in Trentino e nel resto d’Italia di usare meccanismi come Isee e Icef che tengono conto di più indicatori di reddito e patrimonio.
“In questo modo verranno escluse moltissime famiglie del ceto medio di lavoratori dipendenti con redditi lordi di 40mila euro e che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, mentre tanti liberi professionisti, imprenditori, esercenti e agricoltori che dichiarano redditi bassissimi potranno ricevere il bonus anche se hanno ingenti patrimoni e redditi reali più alti della media. Altro che sostegno. Questa è una presa in giro, per di più in un momento di grave difficoltà per le famiglie”.
“È la cosa è ancora più grave se si tiene conto del fatto che questa misura sarà solo la prima di una serie di interventi che verranno messi in campo durante il 2023. Interventi una tantum che se non verranno tarati in modo equo rischiano di essere totalmente inefficaci, deludendo le attese dei più”.
Da qui la richiesta di adottare subito criteri equitativi per aiutare chi sta peggio. “Si guardi a quanto fatto a Bolzano dove la Giunta ha previsto interventi per 230 milioni di euro e ne distribuirà un’ampia fetta alle famiglie misurando la loro condizione economica con l’Isee. Perché in Trentino non si può fare?”, concludono.