La cooperativa Arborea licenzierà 35 dipendenti dello stabilimento di Roveré della Luna
Niente cassa integrazione per ottemperare all’emergenza. I sindacati: “Non ci coglie alla sprovvista, perché da mesi sollecitiamo trasparenza sulla gestione dello stabilimento ex Trentinalatte. Agire in maniera tempestiva avrebbe evitato una scelta dolorosa per un terzo del personale"
ROVERÉ DELLA LUNA. La cooperativa sarda Arborea, sita nello stabilimento dell’ex Trentinalatte, ha comunicato ai sindacati che vi saranno 35 licenziamenti.
La notizia è stata data dal presidente e dalla responsabile del personale a Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil presenti all'incontro con i tre segretari provinciali, Elisa Cattani, Katia Negri e Fulvio Giaimo. Al confronto hanno preso parte anche la dirigente del Dipartimento lavoro della Provincia autonoma di Trento, Laura Pedron, e Trentino Sviluppo.
L'azienda lattiero casearia aveva acquisito Trentinalatte spa (brand "Trentina" e "Collina Felice"), nel 2018 dalla holding finanziaria Livia Group che nel 2014 aveva rilevato la società dalla multinazionale svizzera Emmi AG.
I sindacati hanno provato fino alla fine a convincere Arborea ad attivare la cassa integrazione, che avrebbe dato un ulteriore anno di tempo alla società per rendete più efficiente la gestione. I mesi di ammortizzatore sociale avrebbero permesso, inoltre, di attivarsi con Agenzia del lavoro per percorsi di riqualificazione professionale e profilazione dei lavoratori per facilitarne la ricollocazione.
L'azienda, però, ha rifiutato e di fatto dal primo gennaio più di un terzo dei dipendenti verrà licenziato. In particolare 29 esuberi riguarderanno la produzione, il resto amministrazione e controllo qualità.
"C'è stato comunicato, così come scritto sul piano industriale, che l'azienda ha necessità di recuperare marginalità alla luce dell'aumento del costo della materia prima e della necessità di ridurre le perdite” commentano Cattani, Negri e Giaimo.
”Hanno scelto dunque di tagliare sul sito produttivo di Roveré della Luna che presenta delle criticità - hanno aggiunto - una comunicazione che non ci coglie alla sprovvista, perché da mesi chiediamo chiarimenti e trasparenza sulla gestione dello stabilimento e sui piani futuri. Si tratta comunque di una scelta dolorosa, che coinvolge il futuro di 35 famiglie e poteva essere evitabile se si fosse agito con tempestività".