L'ordinanza: «Il dirigente Maccani torni al suo posto alla polizia amministrativa»
La decisione del giudice del lavoro Giorgio Flaim sulla vicenda del capo servizio che era stato rimosso dall'incarico e trasferito nel giugno scorso dopo il suo no, per ragioni di sicurezza, al concerto di Vasco Rossi a Trento con 120 mila spettatori. «Ho difeso la posizione mia e di migliaia di persone che lavorano in Provincia con passione, con serietà e con dignità»
IL NODO Marzio Maccani reintegrato dal giudice del lavoro
IL FATTO Rimosso per i dubbi sulla sicurezza dell’area
TRENTO. «Soddisfatto? Direi più che soddisfatto. Ho difeso la posizione mia e di migliaia di persone che lavorano in Provincia con passione, con serietà e con dignità. Mi hanno minacciato di provvedimenti disciplinari solo per aver detto che in quell'area (la San Vincenzo, dove si è svolto il concerto di Vasco Rossi, ndr) per una questione di sicurezza potevano starci 75mila persone e non 120mila. E poi a me Vasco piace molto».
Marzio Maccani, trasferito nel giugno scorso, reintegrato e subito trasferito nuovamente, è un fiume in piena: potrà tornare al Servizio di polizia amministrativa. Avvisato dall'avvocato Lorenzo Eccher dell'ordinanza, arrivata nel primo pomeriggio, si è fiondato nello studio del legale per poi concedersi un momento di leggerezza alle casette di Natale di piazza Battisti. Il giudice del lavoro Giorgio Flaim, accertato che "è viziata da illegittimità" la determinazione della Giunta del 23 settembre 2022 con cui la Provincia aveva disposto il trasferimento (l'ultimo, dopo quello di giugno), ordina alla Provincia di riattribuire l'incarico di dirigente del Servizio polizia amministrativa provinciale fino al 6 luglio 2023 e dunque di reintegrarlo nelle funzioni.
La Provincia dovrà rifondere le spese di giudizio, 4mila euro.
«Per una mia rinuncia al ricorso, la Provincia mi ha proposto una promozione, dirigente da terza a prima fascia. Ho detto no perché per me la dignità viene prima dei soldi - spiega Maccani - Mi è stata fatta una ulteriore proposta da parte della Provincia, che si sarebbe accollata le spese legali, ma la risposta è sempre stata negativa. Infine, un minuto prima di entrare dal giudice (l'udienza è di una ventina di giorni fa, ndr) mi è stata proposta la carica di vicedirettore di Trentino riscossioni spa. Ho invece preferito andare davanti al giudice».
«Ora manderemo una richiesta di adempimento di questa ordinanza alla Provincia» spiega l'avvocato Lorenzo Eccher (nella foto con il suo assistito), che non nasconde soddisfazione per questo risultato ma precisa «Si tratta di una ordinanza cautelare, seguirà il merito. La Provincia potrebbe presentare reclamo». «Accogliendo le nostre motivazioni di merito per il cautelare - prosegue il legale di Maccani - il giudice ha ripercorso la cronologia delle delibere di trasferimento e di reintegro, evidenziando come il risultato fosse uguale, ossia la rimozione del dottor Maccani dalla polizia amministrativa». Il passaggio è a pagina 21 delle 24 dell'ordinanza.
"L'analisi potrebbe fermarsi qui - scrive il giudice Flaim - Tuttavia appare rilevante considerare il contesto nel quale la deliberazione n. 1708/2022, oggetto del presente giudizio, è stata assunta". Si tratta del documento con cui veniva disposto il trasferimento di Marzio Maccani al Dipartimento di istruzione e cultura, come dirigente dell'unità di missione semplice di supporto al coordinamento delle attività amministrative e giuridiche.
Ma quel giorno, il 23 settembre scorso, le delibere erano stato due: la prima per riassegnare a Maccani l'incarico di dirigente della polizia amministrativa revocato in modo illegittimo, mentre la seconda contestuale provvedeva all'immediata revoca, assegnando il dirigente ad una diversa unità, appena costituita. "In questo modo la giunta provinciale ha conseguito il medesimo risultato che in precedenza aveva realizzato in modo illegittimo (come ritenuto in sede giudiziale), vale a dire la rimozione del ricorrente dalla dirigenza del Servizio di polizia amministrativa provinciale" specifica il giudice Flaim.
Il trasferimento, secondo quanto sostenuto dalla Provincia, era stato a seguito di una rotazione ordinaria dei dirigenti come previsto dal Piano nazionale anticorruzione. Tuttavia nel caso di Maccani questo sarebbe avvenuto "in maniera illegittima", come evidenzia il giudice nell'ordinanza, "stante il difetto del necessario presupposto costituito da un cronoprogramma contenente l'indicazione di una data o di un intervallo temporale previsto per la rotazione dei dirigenti".
Il cronoprogramma - ricorda il giudice - deve contenere l'indicazione di una data o di un intervallo temporale previsto per la rotazione dei dirigenti che maturano questo requisito e non basta riportare solo i nominativi di coloro che maturano 5 o 10 anni di servizio previsti per la rotazione. «Con questa ordinanza - conclude Maccani - la Provincia è stata condannata per la quarta volta a rifondere le spese di giudizio. ll presidente Fugatti dovrebbe chiedermi scusa. E dimettersi".