Contratto delle badanti, lo spettro degli aumenti: forte preoccupazione anche in Trentino Alto Adige
Nel 2020 le famiglie che vivono nella nostra regione hanno speso 117 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, Tfr), i quali hanno prodotto un valore aggiunto di circa 300 milioni di euro
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TRENTO. Caro bollette, caro benzina, caro spesa. E, potenzialmente, dal 18 gennaio potrebbe scattare anche il "caro badante". Per le famiglie trentine si delinea una nuova stangata: lo stipendio delle lavoratrici domestiche, infatti, potrebbe essere aumentato di oltre cento euro al mese, per un totale annuale a carico del datore di lavoro - in questo caso appunto le famiglie, non aziende o imprese - intorno ai 1.500 euro.
La questione è nazionale e legata al contratto collettivo che regola i rapporti di colf, badanti e baby sitter con le famiglie presso le quali lavorano: la commissione nazionale, dopo l'incontro del 3 gennaio, quello di oggi e quello in agenda il 16 gennaio, dovrà decidere.
Ci sarà l'aggiornamento delle retribuzioni minime di colf e badanti in base alla variazione dell'indice Istat dei prezzi al consumo con l'adeguamento all'80% dell'inflazione? Se sì per le famiglie sarà appunto una stangata. «La questione è in divenire - sottolinea Sonia Perottoni della Cgil - e ad oggi non c'è nulla di certo. Siamo in attesa di capire se ci sarà un accordo, altrimenti come previsto dall'articolo 35 del contratto ci sarà l'aggiornamento della retribuzione, con l'adeguamento automatico previsto».
Aggiornamento che è previsto appunto dalle regole. Ma il nodo è legato al boom dell'inflazione: a novembre 2022 era all'11,8% e quindi l'aumento potrebbe raggiungere il 9,44%. Insomma, le badanti hanno diritto a veder crescere il loro stipendio, ma i datori di lavoro - le famiglie - sono anche loro alle prese con l'inflazione e in molti casi il loro stipendio è fermo. Ecco quindi che nasce una situazione potenzialmente esplosiva. Come detto oggi non c'è alcuna certezza su numeri e proiezioni, perché l'accordo definitivo non è ancora stato firmato.
Ed è anche complicato analizzare la situazione globalmente: «I lavoratori domestici - prosegue Perottoni - hanno 7 livelli differenti di contratto. Alcuni esempi: formati e non formati, lavoro anche di notte o no, gestione di persone autosufficienti o allettate. E poi naturalmente i part time». Nel concreto una badante con un contratto di 54 ore settimanali, con vitto e alloggio percepisce mediamente 1.150 euro, comprensivi di tredicesima e Tfr.
«Di sicuro un impatto ci sarà - analizza Lamberto Avanzo della Cisl - ma non credo sarà devastante. In Trentino, vediamo dalle busta paga e dalle vertenze, esistono già riconoscimenti importanti per le lavoratrici di questa categoria, con superminimi e adeguamenti ad personam. Anche perché si tratta di professioni non facili e pesanti, che richiedono conoscenze e capacità, soprattutto quando si ha a che fare con persone allettate. I numeri? È molto complicato, le tipologie di contratto sono tante e diverse».
Gli ultimi dati ufficiali, usciti ad inizio 2022 ed emersi dal Rapporto Domina, dicono che a livello regionale i soggetti coinvolti nel lavoro domestico sono 26 mila (in Italia 2 milioni, di cui il 57.6% irregolari), equamente divisi tra Trentino e Alto Adige (a Bolzano prevale lievemente il numero di colf). Quelli regolari sono 13.142. Sempre in regione il 55,9% dei lavoratori domestici proviene dall'Est Europa, seguito dal 28,7% di italiani, con la netta prevalenza del genere femminile (93,1%). L'età media del lavoratore domestico è di 51 anni. Quasi il 70% dei lavoratori ha lavorato meno di 50 settimane ed il 46% in convivenza. Il datore di lavoro ha un'età media di 64,6 anni ed è in prevalenza donna (56%).
Nel 2020 le famiglie in Trentino-Alto Adige hanno speso 117 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, Tfr), i quali hanno prodotto un valore aggiunto di circa 300 milioni di euro.
In Trentino esiste inoltre un registro provinciale del Servizio politiche sociali con i nomi degli assistenti familiari, utile sia per i lavoratori in cerca di occupazione sia per le famiglie trentine che cercano una collaborazione. Attualmente le persone iscritte sono esattamente 201, mentre negli anni scorsi, alla partenza del progetto, si è arrivati ad oltre trecento.