Frutticoltura: in Trentino 14.000 stagionali impiegati. Uso dei fitofarmaci calato del 40% tra il 2012 e 2021
Il 60% dei lavoratori stagionali in agricoltura viene da fuori Italia, prevalentemente dalla Romania, un po' meno dalla Polonia. I dati sono stati resi noti da Alessandro Dalpiaz, direttore dell'Associazione produttori ortofrutticoli trentini (Apot), nella sede di Trentino Marketing, in occasione della presentazione del bilancio di sostenibilità
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TRENTO. In Trentino, ogni anno, ci sono circa 25.000 lavoratori stagionali impiegati in tutti i comparti dell'agricoltura. "Di questi, circa 13-14 mila sono quelli impiegati in frutticoltura", ha spiegato Alessandro Dalpiaz, direttore dell'Associazione produttori ortofrutticoli trentini (Apot), nella sede di Trentino marketing, in occasione della presentazione del bilancio di sostenibilità di Apot.
"Il 60% dei lavoratori stagionali in agricoltura viene da fuori Italia, prevalentemente dalla Romania, un po' meno dalla Polonia", ha aggiunto Dalpiaz. Tra i "risultati ottenuti in questi anni", ha illustrato Dalpiaz, c'è la diminuzione dell'impiego di fitofarmaci, che sono passati "da 5,2 grammi per metro quadro nel 2012 a poco meno di 3 grammi per metro quadro nel 2021, con una diminuzione del 40%”.
“Abbiamo avuto anche un'importante riduzione del rischio legato ai fitosanitari: l'Indicatore di rischio armonizzato adottato dall'Unione europea dal 2014 si è ridotto del 45%". Nel 2022 è proseguito anche il monitoraggio del livello di biodiversità dei terreni coltivati a frutteto, riport Apot, che hanno ricevuto un punteggio di 136,64 dell'indice Qualità biologica del suolo (Qbs), rispetto al massimo di 160.
Per quanto riguarda l'apicoltura, ha detto Dalpiaz, "nell'arco di un ventennio, il numero di arnie è cresciuto di un 30-40%. Il numero di apicoltori tendenzialmente cresce, anche se negli ultimi due anni abbiamo avuto un calo".