Calano le morti bianche in Trentino, i settori a rischio restano edilizia e agroforestale
Il quadro del 2022 emerge dallo studio sugli infortuni mortali sul lavoro condotto dall’Uopsal. Per quanto concerne gli incidenti in cantiere può aver inciso negli ultimi anni la fretta dovuta al superbonus mentre con Vaia l’attività dei boschi, già complessa, si è intensificata
SINDACATI Nuova denuncia: poca sicurezza nei cantieri trentini
INCIDENTE Borgo Lares, grave un operaio caduto mentre lavorava
I DATI In Trentino nel 2022 oltre ottomila infortuni sul lavoro
ARCO Precipita e muore in cantiere: la vittima è Mario Franzinelli
TRENTO. In Trentino nel 2022 gli infortuni mortali sul lavoro, le cosiddette morti bianche, sono calati del 22 per cento rispetto all'anno precedente. Il dato emerge dallo studio sugli infortuni sul lavoro mortali accaduti in Trentino nel quadriennio 2019 - 2022 condotto dall'Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Uopsal) dell'Azienda sanitaria e dall'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro di Trento (Inail).
Occorre sottolineare che l'andamento complessivo nel quadriennio risulta in una certa misura condizionato dal Covid, che nel 2020 ha fatto tre vittime riconosciute sul lavoro. Ciò premesso le morti bianche sono in calo sia rispetto al 2021, anno della ripresa produttiva, ma anche rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Nel quadriennio preso in considerazione da Uopsal e Inail gli infortuni segnalati sono stati rispettivamente 15 nel 2019, 16 nel 2020, 18 nel 2021 e 14 nel 2022.
Alcuni di questi casi però sono stati denunciati come morti sul lavoro ma non riconosciuti e indennizzati da Inail, essendo stati non eventi traumatici ma malori o infarti. Ecco perciò che il numero degli infortuni mortali per i quali è stato individuato un nesso con l'attività lavorativa si riduce a 12 nel 2019, 10 nel 2020, 13 nel 2021 e 9 nel 2022. Ai sensi della normativa vigente sono compresi nel computo anche gli infortuni accaduti "in occasione di lavoro", ovvero i decessi occorsi al di fuori dell'ambiente di lavoro vero e proprio ma causati da incidenti avvenuti sulla strada, nel tragitto casa-lavoro o durante il normale orario di lavoro.
Tolti anche i casi stradali gli infortuni accaduti propriamente in ambiente di lavoro sono stati 7 nel 2019, 6 nel 2020, 8 nel 2021 (2 non denunciati ad Inail) e 6 nel 2022. Di questi la maggior parte si è verificata in due settori lavorativi: l'agroforestale e l'edilizia. Settori di per sé potenzialmente rischiosi ma dove al normale rischio si sono aggiunte in questi ultimi anni situazioni contingenti.
«Nel 2021 con il superbonus il settore delle costruzioni ha avuto un boom e in alcuni casi si è lavorato in maniera frenetica e frettolosa, elemento che può incidere sulla sicurezza» fa presente il direttore di Uopsal, Dario Uber. Un problema che si è andato ad aggiungere al fatto che nei cantieri spesso devono convivere addetti di imprese diverse e artigiani e questo comporta talvolta che la comunicazione non sia sempre adeguata, a scapito della sicurezza.
«Detto questo se si osservano scrupolosamente le norme di prevenzione dall'alto non si dovrebbe cadere, perché c'è l'obbligo di essere sempre legati e in sicurezza» sostiene il direttore dell'Uopsal. Quanto all'agroforestale, che comprende sia il lavoro in agricoltura che nei boschi, uno degli infortuni tipici, spesso molto gravi o mortali, è dato dal ribaltamento dei mezzi agricoli, cosa che avviene con maggiore facilità nelle zone di montagna come in Trentino ce ne sono tante. Inoltre con Vaia sono prolificate le aziende che lavorano nei boschi nel taglio e recupero del legname.
«Aziende anche organizzate e dotate di alta professionalità - spiega Uber - ma in un ambiente di lavoro dove obiettivamente il rischio esiste ed è più alto che altrove». I dati degli ultimi anni sono caratterizzati anche da alcune morti bianche per Covid, riconosciute tali perché evidentemente era assodato che il virus sia stato contratto nell'ambiente di lavoro. I dati ufficiali da questo punto di vista danno 3 decessi nel 2020 e 1 nel 2021, subito però da un soggetto non tutelato da Inail.Il calo del 2022, nonostante la ripresa delle attività lavorative, fa sperare che il fenomeno delle morti bianche sia quantomeno in attenuazione. L'obiettivo ovviamente è arrivare a zero, un traguardo a cui finora non si è mai arrivati.