La sentenza: viso cambiato dopo il tattoo l'estetista deve risarcire
La cliente (ormai ex) dovrà ricorrere ad un intervento con il laser per ritrovare il suo viso. Sì perché - e questa è l'accusa dalla quale è partita la causa - con il trucco semi permanente la donna aveva perso la simmetria del suo volto.
TRENTO. Il trucco semi permanente per ridefinire le sopracciglia è una scelta estetica che fanno in tanti. Si tratta di una sorta di tatuaggio che permette di dare la forma e l'intensità desiderata ad, appunto, le sopracciglia. Ma questa volta il trucco è finito in tribunale e l'estetista (anzi, la dermo pigmentista) è stata condannata per lesioni colpose. Mentre la cliente (ormai ex) dovrà ricorrere ad un intervento con il laser per ritrovare il suo viso. Sì perché - e questa è l'accusa dalla quale è partita la causa - con il trucco semi permanente la donna aveva perso la simmetria del suo volto.
Le conseguenze per la professionista? La condanna ad una multa da 500 euro, ma dovrà pagare anche un risarcimento di 1500 euro a chi il trucco lo ha prima voluto e poi subito, oltre alle spese legali. Si tratta, è bene specificarlo, di un primo grado e quindi è possibile che la sentenza venga appellata. Ma ecco la ricostruzione di quanto è finito davanti al giudice di pace. I fatti risalgono ad un paio di anni fa quando la donna decide di eseguire questo tatuaggio estetico.
Contatta tramite i social un'esperta che si appoggia per i suoi interventi ad un salone a lei conosciuto. Si arriva così all'appuntamento e al tatuaggio semi permanente che riguarda entrambe le arcate sopraccigliari. I problemi nascono al termine della seduta. Guardandosi allo specchio la cliente quasi non si riconosce. Quello che vede sono delle sopracciglia una diversa dall'altra: è diventata asimmetrica. Ma viene tranquillizzata. È un decorso normale dovuto alle iniezioni sotto pelle che danno vita al "trucco" e che producono un rigonfiamento e quindi un possibile disallineamento. Ma si trattava di una conseguenza assolutamente temporanea.
Rassicurata la donna lascia il centro dopo aver pagato 300 euro. Passano i giorni ma la donna ogni volta che si guarda allo specchio si vede non allineata. Dopo un mese e mezzo il nuovo contatto con l'estetista per spiegare che il problema non si è, come dire, sgonfiato. Ma la professionista non avrebbe reagito come la cliente si sarebbe aspettata (delle scuse, una soluzione o almeno delle rassicurazioni) ma alzando il tono della voce.
A questo punto la donna pone il problema delle sue nuove sopracciglia ad un medico esperto in chirurgia estetica che "sentenzia": è obiettiva l'asimmetria del tatuaggio alle sopracciglia, con quello sinistro che risulta più grande di quello destro.
La soluzione? Un intervento con il laser per rimuovere o correggere il "tratto". Visto il quadro generale, la situazione finisce davanti al giudice di pace. La donna si fa rappresentare dall'avvocato Michele Busetti che nella denuncia querela chiede l'accertamento dell'ipotesi di reato di lesioni personali colpose.
Ipotesi che trova conferma nella sentenza di condanna a carico della dermo pigmentista e che è stata letta in aula pochi giorni fa: multa, risarcimento e per lei anche il pagamento delle spese legali.