Lavoro / Infortuni

Infermiera cade e fa causa all'Apss: "Sul pavimento non erano presenti i tappeti antiscivolo"

Presentata opposizione alla richiesta di archiviazione che si basa sugli accertamenti svolti dall'Uopsal, ma contestati dal legale della donna perché non si tratta di una realtà terza rispetto all'Azienda sanitaria. L'incidente accadde all'interno dei gazebi per il triage covid: la lavoratrice si è rotta il polso

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Un infortunio sul lavoro, nel pieno dell'incubo Covid mentre la vittima era una dei tanti operatori sanitari in prima linea. Poco meno di tre anni fa, il 29 aprile 2020 una infermiera al lavoro all'interno dei gazebi per il triage nel piazzale del Crosina Sartori, cadde a terra dopo essere scivolata, perché sul pavimento - spiega il legale della donna - non erano presenti adeguati tappeti antiscivolo.

La donna si rompe un polso, una frattura pesante che le ha procurato una parziale invalidità, certificata all'8% dall'Inail. E fa causa all'Azienda sanitaria. Che accade, però? Gli accertamenti vengono affidati all'Uopsal, che è senza dubbio una realtà appropriata per quel che riguarda l'infortunistica negli ambienti di lavoro ma che è un'unità operativa dell'Azienda sanitaria.

Quando, dunque, la vittima dell'infortunio - il 27 gennaio di quest'anno - riceve la comunicazione che la informa che il pubblico ministero ha richiesto al giudice per le indagini preliminari che si proceda verso l'archiviazione perché «le indagini esperite non permettono una esauriente ricostruzione della reale dinamica dell'infortunio e, meno che mai, una ricostruzione di profili di responsabilità colposa a carico degli indagati», ha deciso di opporsi. 

La donna - una infermiera che lavora in Azienda sanitaria dal 1986 e che dunque ha dedicato buona parte della sua vita all'assistenza agli altri - assistita dal legale Giovanni Guarini, ha esternato tutte le sue perplessità riguardo alla richiesta di archiviazione. Innanzitutto per il conflitto di interessi che la vittima dell'infortunio vede nell'affidamento degli accertamenti a una realtà che è parte dell'Azienda sanitaria.

Inoltre per il comportamento adottato dall'Azienda sanitaria stessa che, proprio dopo l'infortunio subito dall'operatrice sanitaria, aveva deciso di procedere con la posa di pavimentazione antiscivolo e segnali di avviso legati alla necessità di fare attenzione per la possibilità che il fondo del gazebo per il triage fosse scivoloso. Non solo, infatti - per sfortuna della vittima - la mattina dell'incidente stava piovendo ma, come era stato accertato, anche la presenza di gel igienizzante a terra avrebbe potuto contribuire a rendere il fondo ancora più insidioso.

L'opposizione alla richiesta di archiviazione è stata depositata dall'avvocato Guarini lo scorso 27 marzo. Il legale non ha mancato di manifestare tutta la sua amarezza non solo per i tanti punti deboli sui quali a suo dire poggerebbe la richiesta di archiviazione ma ha rimarcato anche la mancanza di sensibilità mostrata nei confronti di operatori sanitari, come la vittima dell'infortunio, che, fin dall'inizio della pandemia di Covid 19 sono stati in prima linea negli ospedali, e in generale nel settore dei servizi di assistenza, sottolineando come molti di loro abbiano pagato con la loro salute la mancanza di attrezzature di protezione soprattutto nelle prime fasi dell'emergenza come è accaduto all'infermiera rimasta ferita nell'aprile 2020 e spiegando come di fronte a episodi come questi venire incontro a chi tanto si è speso avrebbe avuto un grande valore.

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