Padre salva il figlio di un anno collegato con il 118: «Sembrava morto e io mi sentivo impotente»
Martedì 4 aprile, a Bedollo, il piccolo ha rischiato di soffocare con un pezzetto di mela che gli aveva ostruito le vie aeree. Il papà: «Sono stato volontario della Croce Rossa, ma quando ho dovuto intervenire su mio figlio sono rimasto paralizzato»
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TRENTO. Non trattiene le lacrime nel ricordare quanto accaduto mercoledì 5 aprile L.B., il papà del piccolo di un anno soccorso martedì a Bedollo dopo che aveva rischiato di soffocare con un pezzetto di mela che gli aveva ostruito le vie aeree. Il suo è un pianto di gioia, perché il figlio è tornato a casa dall'ospedale e lui quei tragici momenti ora può raccontarli come può anche ringraziare di cuore a tutto il personale che l'ha aiutato.
Dall'infermiere della centrale operativa 118 che lo ha guidato passo passo durante l'emergenza, ai vigili del fuoco volontari del paese, nonché l'equipe dell'elicottero e tutto il personale della pediatria. «Io sono stato volontario della Croce Rossa, ho fatto corsi su corsi anche per lavoro, ma quando ho dovuto intervenire su mio figlio sono rimasto paralizzato».
Partiamo dall'inizio. Cosa è successo con quel maledetto pezzettino di mela?
Stavamo facendo merenda. Lui adora la frutta e quindi gli ho dato una piccola fettina di mela. La stava sgranocchiando e nel frattempo mi stava vicino mentre spostavo della legna. A suo modo voleva aiutarmi e probabilmente si è punto la manina con un legno. Si è messo a piangere e il pezzetto di mela gli è andato di traverso.
A quel punto?
Ha iniziato a fare fatica a respirare. Gli ho dato qualche colpetto sulla schiena, come si fa in questi casi ma niente. Peggiorava. Allora l'ho preso in braccia e con l'altra mano ho afferrato il telefono e cercato di chiamare il 112. Volevo accorciare i tempi perché la situazione stava precipitando.
L'infermiere del 118 l'ha aiutata a gestire l'emergenza?
Sì. mi chiedeva se il bambino respirava, se era cosciente, mi diceva come fare, ma io ero nel panico. Ho fatto tre volte il 112 prima di riuscire a comporre il numero giusto. Il bambino era diventato prima tutto bordeaux, poi grigio, aveva le mani a penzoloni e sembrava morto. Mi è salita la disperazione. In casa c'era anche la sorellina di quattro anni che all'inizio non si era accorta di nulla ma poi si è resa conto, ha iniziato a piangere e si è nascosta sotto il tavolo. Un vero incubo.
Nonostante il panico però ha continuato a cercare di far uscire il pezzetto di mela.
Il senso di impotenza che ho provato è indescrivibile. Ad un certo punto con il dito ho sentito che in fondo alla gola c'era qualcosa che ostruiva. Ho visto che se lo spostavo leggermente riusciva a respirare. Allora mi sono fatto forza e alla fine sono riuscito a tirare fuori la mela. Il pezzettino era grande come un' unghia. Avevo guardato anche prima se vedevo qualcosa ma probabilmente il pezzetto di mela è risalito verso la bocca dopo i colpi.
E quando il pezzetto è uscito?
Il bambino ha iniziato prima a tossire, poi a piangere.
Mai è stato così felice di sentirlo piangere immagino.
Infatti. Nel frattempo sono arrivati anche i vigili del fuoco del paese e poi l'equipe dell'elicottero che era atterrato poco lontano. Lo hanno visitato, mi hanno subito detto che stava bene ma che per precauzione era meglio portarlo all'ospedale per un controllo. Volevano appurare che non fossero andate dei pezzetti mela nel polmone. Questa mattina (mercoledì per chi legge, ndr), dopo una notte in osservazione, è stato dimesso.
Ora che tutto è passato questa rimarrà una disavventura da raccontare.
E della quale fare tesoro. I corsi di primo soccorso che si fanno, non solo quelli per liberare le vie aeree, ma anche per le altre manovre salvavita sono importantissimi. Non se ne fanno mai abbastanza. Quando ci si trova in situazioni d'emergenza sapere bene le cosa fare è importantissimo. Io ora non posso che ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato. Sono stati davvero tutti gentilissimi. Infermieri, medici, vigili del fuoco. Un grazie a tutti.