L'assegno universale per i figli spetta anche ai cittadini stranieri: condanna dell'Inps a Trento avrà valenza in tutta Italia
Una donna residente in provincia si è visto negato il beneficio sulla base di quanto previsto da una circolare, ma non specificato nella legge. Il Tribunale, con sentenza del giudice Giorgio Flaim, condanna l'istituto per condotta discriminatoria e accoglie il ricorso presentato dal patronato Inca Cgil: la persona straniera con figli ha diritto all'assegno unico universale se in possesso di un permesso di soggiorno per lavoro
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TRENTO. L'assegno unico universale per i figli spetta anche ai cittadini stranieri che, in possesso dei requisiti di reddito e residenza, hanno un permesso di soggiorno in attesa di occupazione.
Lo ha stabilito il Tribunale di Trento con sentenza del giudice Giorgio Flaim, condannando l'Inps per condotta discriminatoria e accogliendo il ricorso presentato dal patronato Inca Cgil con l'intervento di Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) rappresentati dagli avvocati Giovanni Guarini e Alberto Guariso.
Una straniera residente in Trentino si è visto negato il beneficio dell'assegno unico perché, sulla base di quanto previsto da una circolare Inps, ma non specificato nella legge, la persona straniera con figli ha diritto all'assegno unico universale se in possesso di un permesso di soggiorno per lavoro.
Il giudice Flaim ha definito la decisione dell'Istituto discriminatoria perché viola il principio di parità di trattamento fra cittadini dell'Unione e stranieri soggiornanti in Ue titolari di permesso unico lavoro. Così ha obbligato Inps a riconoscere alla signora l'assegno universale, pari a 335 euro al mese, a decorrere dalla data di presentazione della domanda, cioè dal marzo 2022.
Visto che il ricorso è stato patrocinato anche da Asgi, che agisce a tutela di interessi collettivi - sottolinea la Cgil del Trentino - la decisione del Tribunale assume valenza estensiva per tutte le cittadine e i cittadini stranieri che si trovano nella medesima condizione dell'utente che si è rivolta al patronato Inca, cioè hanno un permesso di soggiorno in attesa di lavoro. Così l'Inps è obbligata a modificare la propria circolare e a riesaminare tutte le domande rigettate per i cittadini in possesso di permesso in attesa di lavoro.